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Nella chiesa parrocchiale di San Marino, alle porte di Cremona, un altare è ora dedicato al beato Carlo Acutis, il ragazzo italiano scelto tra i 13 patroni della Gmg di Lisbona dopo essere stato beatificato nell’ottobre 2020, a quattordici anni dalla morte. Una vita prematuramente spezzata, ma sempre segnata da una forte devozione all’Eucaristia e una grande dedizione alla carità, che si faceva anche annuncio appassionato attraverso i più moderni mezzi della tecnologia. Il suo ritratto, riprodotto in un quadro dall’artista Michela Vicini, pittrice, street artist e maestra madonnara cremonese, che campeggia in una degli altari laterali della chiesa, è stato benedetto dal vescovo Antonio Napolioni in occasione della Messa celebrata nel pomeriggio di domenica 18 febbraio.
Proprio la figura del beato è stata al centro dell’omelia del Vescovo. «Qualche volta – ha detto – bisogna distrarsi dalle cose di quaggiù per farci prendere dalle cose di lassù. Questo è successo a quel bambino, quel ragazzo, Carlo, che si è fatto prendere sicuramente dalla scuola, dal gioco, dalla natura, dal computer e dagli interessi di un ragazzo della sua età, ma qualcosa di più gli accadeva spesso, sempre di più, tanto da avere proprio nella Messa quotidiana, nell’Eucarestia, nell’adorazione il suo appuntamento privilegiato». «Un giovane che ha dato una svolta alla su vita quasi senza rendersene conto», ha aggiunto Napolioni, spiegando che «nel tempo la fede ha bisogno di modelli. E ci accorgiamo che, come dice il Papa, ci sono anche i santi della porta accanto: un ragazzo tra tanti altri, un prete tra tanti altri, un malato come tanti altri».
Il Vescovo ha poi voluto rivolgere un augurio a tutti i fedeli, auspicando che «il sorriso, il volto del beato Carlo, la preghiera a lui siano per voi questa pagina di Vangelo in più da poter leggere ogni volta che entrate in questa chiesa». «E non ne fate solo un rimprovero, una pretesa per i vostri ragazzi – ha detto ancora –. Non rivestiamo di moralismo chi è una goccia stupenda di grazia purissima. Lui sapeva stare con tutti i suoi amici, con i poveri lungo la strada, lui sapeva stare con l’umanità e continuerà a stare con l’umanità, confusa, disperata, ma candidata ad essere innamorata del suo Dio».
L’omelia del vescovo Napolioni
Insieme al vescovo Antonio Napolioni hanno concelebrato l’Eucaristia i sacerdoti dell’unità pastorale di San Marino, Gadesco, Pieve Delmona, Persico, Dosimo e Quistro: il parroco moderatore don Livio Lodigiani, il parroco in solido don Andrea Aldovini e il collaboratore parrocchiale don Gianpaolo Civa.
Al termine della Messa il Vescovo si è portato davanti all’immagine del beato Acutis per la benedizione dell’immagine, davanti alla quale dopo la celebrazione i presenti hanno sostato in preghiera personale.
«Acutis era un ragazzo che viveva una vita ordinaria resa tuttavia straordinaria per la capacità di riempirla con piccoli ma grandi gesti di fede – spiega don Andrea Aldovini, parroco in solido dell’unità pastorale –. Ed è questo che vorrei trasmettere ai giovani di oggi: anche in tempi come questi è possibile vivere la stessa vita in un altro modo. La figura di questo ragazzo mi ha sempre impressionato e interrogato per la sua testimonianza di vita cristiana e per il suo volto nel quale ho visto quello di Cristo».