Si è svolta significativamente presso la parrocchia del Migliaro la celebrazione per la consegna del mandato missionario da parte del vescovo ai gruppi di giovani che durante l’estate parteciperanno a diverse esperienze di missione.
Dopo una cena nei locali dell’oratorio una cinquantina di giovani, guidati da don Maurizio Ghilardi dell’Ufficio missionario e don Paolo Arienti incaricato di Pastorale Giovanile, si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale per un momento di preghiera e riflessione con il vescovo Napolioni. Nella prima parte sono stati loro stessi a presentarsi e a spiegare l’esperienza che si preparano a vivere durante l’estate: l’associazione Drum Bun che come da ormai molti anni curerà l’animazione di gruppi estivi in Romania e Albania e parteciperà ad un progetto di agricoltura sociale in Calabria; i giovani dell’Unitalsi in partenza per Lourdes; il gruppo che farà visita alla missione di don Emilio Bellani a Salvador de Bahia in Brasile, accompagnati da don Davide Ferretti, prossimo alla partenza come Fidei Donum e quello che con le suore Adoratrici volerò in Senegal. Anche un giovane del gruppo Newtabor ha presentato l’esperienza del gruppo casalasco in Brasile.
Ascolta la riflessione del vescovo Antonio
Dopo le presentazioni, introdotte e accompagnate dai canti della comunità cattolica africana di lingua francese di casa al Migliaro, il vescovo Antonio ha guidato il momento di preghiera commentando la pagina del Vangelo di Matteo (capitolo 10) in cui Gesù consegna il mandato missionario a dodici apostoli: «Noi siamo qui per questo Vangelo» dice ai giovani che lo ascoltano.
«Quello che vivrete non è cronaca – ha aggiunto – ma con le vostre esperienze voi fate storia. Sicuramente nella nostra vita». Una vita che – osserva ancora – è fatta di viaggi, proprio come quelli che i ragazzi cremonesi affronteranno lasciandosi alle spalle comodità e confini: «I viaggi che ci plasmano hanno un’iniziativa di Dio alle radici. A volte ci sembra ci siano situazioni nel mondo così distanti da noi, ma quando poi ci vai ti senti a casa; quando incontri dei volti diventano fratelli».
E’ questo il cuore del farsi missionari: «Non è una partenza di bravi che vanno dai meno bravi, i ricchi dai poveri, i santi dai peccatori… è la scelta,di non restare passivi, vittime inerti del cambiamento di un mondo che, invece, può essere cambiato secondo il Vangelo».
Così con il mandato consegnato attraverso il simbolo di una candela, monsignor Napolioni invita a «mettere Gesù nello zaino quando partite e a custodirlo in voi al ritorno, perché – ricorda – è lui il protagonista».
Anche attraverso le scelte e i passi di giovani che guardano agli altri: «Non predicate – li esorta ancora – ma raccontate, sorridete, ascoltate… è la vita che predica, non sono le teorie. E se durante queste esperienze vi capiterà di piangere quelle lacrime saranno il tesoro più prezioso che parla di un’umanità più vicina a quella di Gesù».
«Questo incontro – ha concluso il vescovo Antonio – è uno dei momenti chiave della vita della nostra diocesi, anche se siamo in pochi: la Chiesa ci ricorda che o ci facciamo missionari o non possiamo dirci cristiani, o ci mettiamo in cammino verso gli altri o la fede si perde. Conto su di voi: la vostra esperienza contagerà altri e sarà un seme buono che solo il Signore sa dove, come e quanto porterà frutto».