Ferita, benedizione e impegno. Sono state queste le parole chiave che hanno accompagnato alcuni studenti del liceo Vida di Cremona nell’esperienza di volontariato che hanno vissuto a Pietrasanta dal 29 luglio al 7 agosto.
Ormai da alcuni anni prosegue la collaborazione tra liceo Vida, cooperativa Borea e Gamma, che si occupano di ragazzi con fragilità. Agli studenti è proposto di trascorrere una vacanza al mare insieme a loro, affiancando gli operatori sanitari e provando a sperimentarsi in relazioni decisamente speciali e, talvolta, delicate.
Anche quest’anno l’iniziativa ha raccolto numerose adesioni e gli adolescenti che hanno scelto di partire per Pietrasanta sono stati ben venticinque. Ad accompagnarli sono stati alcuni educatori e professori, insieme alle loro famiglie, e don Marco D’Agostino, rettore del seminario.
Per coloro che hanno partecipato è stata un’esperienza decisamente totalizzante: preghiera, al mattino e alla sera, servizio e vita comunitaria.
Non sono certo mancate le fatiche, perché il confronto con bambini e ragazzi che vivono in comunità, che assumono farmaci, che rappresentano gli “ultimi” della società, non è mai banale. È richiesta attenzione, cura, disponibilità a lasciarsi ferire per far emergere la verità che c’è dentro di sé.
Eppure i sorrisi non sono mai stati forzati né finti, così l’entusiasmo e la voglia di spendere una parola buona, di raccontare il bello di questa esperienza, di dire bene (o benedire) della propria vita.
Dalla spiaggia alle serate a tema, dai bans ballati insieme alle uscite per il gelato, i liceali e i ragazzi delle comunità hanno saputo mescolarsi come un unico gruppo, in cui non si distinguesse un “noi” e un “loro”, ma di cui tutti si sono sentiti partecipi.
A guidare il cammino del gruppo sono stati alcuni passaggi della Christus Vivit, letti e commentati insieme all’inizio di ogni giornata, per dare il giusto slancio e suscitare domande profonde e radicate nel cuore di ciascuno.
Sentendo chi ha partecipato all’esperienza si comprende quanto sia positivo il bilancio di questa vacanza decisamente fuori dagli schemi: l’incontro con l’altro – e con l’Altro – ferisce, spinge alla verità di sé, ma è una benedizione, perché permette di ascoltare una parola buona che è detta sulla vita di ciascuno, e chiede l’impegno a non lasciar crollare quanto, insieme, si è costruito.