Note cremonesi per Benedetta Bianchi Porro che il prossimo 14 settembre sarà beatificata nella cattedrale di Forlì. E’ stato infatti il maestro Federico Mantovani ad aggiudicarsi la vittoria del concorso per l’inno alla beata Benedetta Bianchi Porro con un brano composto sul testo del poeta Davide Rondoni.
Dopo avere esaminato gli undici brani pervenuti, la giuria composta da: M° Giuseppe Mignemi (compositore, Catania), M° Marina Mungai (direttore di coro, Roma), M° don Francesco Vecchi (direttore di coro, Bologna) ha dichiarato vincitrice del concorso per l’inno alla beata Benedetta Bianchi Porro la partitura composta dal M° Federico Mantovani di Cremona sul testo del poeta forlivese Davide Rondoni.
Questo il giudizio sintetico emesso dalla giuria: “Il brano è risultato vincitore dal giudizio unanime di tutta la commissione: tra gli altri a concorso infatti, si distingue per buona scrittura, cantabilità e aderenza al testo. La melodia, non banale, risulta allo stesso tempo semplice, soprattutto nel ritornello all’assemblea, ariosa e con una buona scorrevolezza, senza troppe forzature. Le strofe, se possono creare qualche difficoltà in fase di apprendimento perché tutte diverse l’una dall’altra, sono in realtà semplici e aiutano a cantare bene il testo dato, senza forzature, e consegnando al brano anche una certa varietà. Anche la parte polifonica dà soddisfazione al coro, senza essere particolarmente difficile, e quindi ci pare adatta anche a un coro amatoriale. Allo stesso tempo, è stata prevista anche la versione all’unisono che rende il brano adeguato anche ad una semplice assemblea, magari guidata da un buon animatore. La parte organistica è ben scritta, è di buon sostegno al canto, ed è facilmente affrontabile anche da un organista non troppo esperto. Interessante la parte per tromba, facoltativa, che raccomandiamo più nel ritornello che nella strofa. La tessitura del canto potrebbe creare qualche problema all’assemblea, anche se le note più acute sono solo di passaggio.
Benedetta Bianchi Porro
Nasce a Dovadola, in provincia di Forlì e diocesi di Forlì-Bertinoro, l’8 agosto 1936. A tre mesi si ammala di poliomielite: guarisce, ma rimane con una gamba più corta dell’altra. A dispetto delle condizioni di salute, s’iscrive alla facoltà di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, ma dopo un mese passa a quella di Medicina. Proprio questi suoi studi le permettono, nel 1957, di riconoscere da sola la natura della malattia che l’aveva intanto resa cieca e progressivamente sorda: neurofibromatosi diffusa o morbo di Recklinghausen. La vicinanza degli amici le permette di uscire a poco a poco dal dolore. Due volte pellegrina a Lourdes, scopre in quel luogo quale sia la propria autentica vocazione: lottare e vivere in maniera serena la malattia. Attorno a lei si radunano amici e sconosciuti, mentre con le sue lettere raggiunge molti cuori. Muore nella sua casa di Sirmione alle 10.40 del 23 gennaio 1964, a ventisette anni, con un «Grazie» come ultima parola. Dal 22 marzo 1969 le sue spoglie mortali riposano nella chiesa della badia di Sant’Andrea a Dovadola. È stata dichiarata Venerabile il 23 dicembre 1993. Il 7 novembre 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo ottenuto per intercessione di Benedetta, la cui beatificazione è stata fissata a sabato 14 settembre 2019, nella cattedrale di Forlì.
fonte: santiebeati.it