A Sospiro l’ingresso di don Ernesto Marciò, nuovo parroco dell’UP Madre Nostra: “Insieme sulla strada dell’unità”

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«Affido a te il carisma di queste comunità, né clericali né laiciste, ma ecclesiali». É con queste parole che il vescovo Antonio Napolioni si è rivolto a don Ernesto Marciò, che nel pomeriggio di sabato 14 settembre ha fatto il suo ingresso come nuovo parroco delle parrocchie di Cella Dati, Derovere, Longardore, Pieve San Giacomo, Pugnolo, San Salvatore, Sospiro e Tidolo.

Una chiesa gremita di fedeli, quella di San Siro a Sospiro, nella Messa di insediamento del nuovo parroco presieduta dal vescovo di Cremona e concelebrata dal vicario zonale della zona 4 don Antonio Pezzetti e dagli altri sacerdoti in servizio nelle comunità: il vicario don Francesco Tassi e i collaboratori parrocchiali don Giacomo Ghidoni e don Marco Bosio. Insieme anche ad altri sacerdoti che hanno deciso di accompagnare don Marciò all’inizio di questo nuovo viaggio. Presenti i sindaci dei paesi dell’unità pastorale Madre Nostra insieme ad alcuni altri primi cittadini legati al precedente incarico del nuovo parroco: Fausto Ghisolfi di Sospiro, Fabrizio Lodigiani di Cella Dati, Mauro Busseti di Derovere, Maurizio Morandi di Pieve San Giacomo, Massimiliano Galli di Rivarolo Mantovano e Fabrizio Bonfatti Sabbioni di Spineda.

Dopo aver accolto don Marciò sul sagrato della chiesa, il sindaco di Sospiro, insieme agli altri primi cittadini, ha rivolto al nuovo parroco i saluti istituzionali, nei quali ha sottolineato che «nel nostro territorio le parrocchie costituiscono ancora un luogo di aggregazione e sono un punto di riferimento concreto e operoso. Ti accogliamo con una grande apertura di cuore. Ti assicuro, don Ernesto, che troverai apertura e collaborazione, nella consapevolezza che la crescita umana e civile nascono dalla cooperazione tra le diverse istituzioni e i complessi del tessuto sociale».

 

Ascolta il saluto del sindaco

 

Don Marciò ha fatto quindi il suo ingresso, accompagnato dalla canto di Corinsieme (Cella Dati, Derovere e Pugnolo) e il coro San Siro di Sospiro, dal vescovo e dagli altri sacerdoti.

Dopo la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale, non è mancato il saluto delle comunità, condiviso da una rappresentanza del Consiglio pastorale unitario, che ha voluto ricordare il lavoro che è stato fatto negli anni che hanno preceduto l’ingresso di don Marciò e la collaborazione che ha reso l’unità pastorale Madre Nostra unita e solida, augurando al nuovo parroco di proseguire con dedizione il percorso già avviato.

«Su quale lettura vuoi che ti faccia la predica? – ha chiesto il vescovo a don Ernesto iniziando la sua omelia con un sorriso – Se dovessi farti la predica sulla prima lettura ti direi che Gesù non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, quindi mettili in conto». Ha poi aggiunto che «se dovessimo fare la predica sulla seconda lettura diremmo di non illuderci se la fede non si traduce in opere. Quanti poveri bussano alle porte della comunità cristiana e non sempre li accogliamo». E se ci fermiamo sul Vangelo – ha continuato –: la gente chi dice oggi che sia il Signore?». Ma monsignor Napolioni ha poi posto un’altra domanda: «Noi che cosa diciamo di Gesù?». E ha dato una sua risposta spiegando che «Gesù è chiaro, esigente, perché ci ama. Noi viviamo in un tempo dove l’individualismo sembra trionfare».

«Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi», ha detto quindi il vescovo citando il salmo, spiegando che «camminerò significa per le strade, da un paese all’altro, da una casa all’altra, da una storia all’altra: vi auguro di non trovarlo spesso in parrocchia il parroco». Napolioni ha infine concluso con una raccomandazione a «rimboccarsi le maniche per vedere la presenza del Signore nella terra dei viventi, dove c’è ogni briciolo di vita, vedere il 5% di buono che c’è in ciascuno e partire da lì, e riconoscere la grazia di Dio all’opera, gioirne, custodirla, farla brillare, ridare fiducia agli sfiduciati. Questa è la missione del prete, della comunità cristiana, di ciascuno di noi».

 

Ascolta l’omelia del vescovo

 

Alla fine della Messa, dopo un grande applauso, con la voce tremante dall’emozione don Ernesto Marciò ha rivolto il suo saluto alle comunità dove trent’anni prima aveva fatto servizio da diacono, dicendo che «ritrovo una comunità diversa che ha intrapreso un cammino di unificazione con altre parrocchie». Riprendendo poi l’augurio del Consiglio pastorale unitario, il nuovo parropco ha voluto ribadire che «è mio impegno riprendere quel cammino e proseguire lungo la strada dell’unità, l’inconsapevole delle sfide e delle difficoltà che ogni cammino presenta». Concludendo, ha ringraziato tutte le comunità in cui ha prestato servizio, dicendo che «viviamo una stagione di Chiesa particolarmente ricca di sfide e carica di attese, cerchiamo insieme di affrontare serenamente le prime e di rispondere con coraggio alle seconde».

 

Ascolta il saluto del nuovo parroco

 

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Don Ernesto Marciò, classe 1969, originario della parrocchia Cristo Re di Cremona, è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 1995 e ha ottenuto licenza in Teologia dell’evangelizzazione. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di Castelverde (1995-2002) e successivamente di Casirate d’Adda (2002-2010). Nel 2010 è stato nominato parroco di Cividale Mantovano e Spineda e nel 2017 anche di Rivarolo Mantovano. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco delle parrocchie di Cella Dati, Derovere, Longardore, Pieve San Giacomo, Pugnolo, San Salvatore, Sospiro e Tidolo al posto di don Federico Celini, nominato rettore del Seminario vescovile di Cremona.

 

Saluto di don Marciò sul bollettino parrocchiale

Carissimi, è con un sentimento misto di gioia e di trepidazione che mi accingo a scrivere questo breve saluto. Sono contento che il Signore abbia voluto che il cammino delle vostre comunità si intrecciasse con il cammino della mia risposta alla sua continua chiamata. È per me motivo di gioia inserirmi nel percorso di vita cristiana, in un momento particolare e fecondo delle vostre comunità. Il timore accompagna la mia risposta in ragione delle attese che voi nutrite nei miei confronti e dei compiti pastorali che mi attendono. Per questo mi appello subito alla vostra benevolenza: siate pazienti e sopportate qualche mia mancanza. Sono certo che mi mostrerete affetto e comprensione. Ritorno in una comunità, quella di Sospiro, dove ho vissuto, trent’anni fa, il tempo del mio diaconato. Certo, so di trovare una comunità diversa da allora, che oggi vive in unità con altre parrocchie. La sfida dell’unità pastorale, che avete saputo raccogliere con sapienza e disponibilità, ha sicuramente cambiato il volto delle vostre comunità, chiamate oggi a camminare insieme. Per questo motivo consentitemi che ringrazi don Federico, che ha saputo con intelligenza e sapienza pastorale guidarvi in questo percorso, fino a raggiungere un punto da cui ora insieme dobbiamo ripartire. È vero: oggi siamo chiamati a costruire comunità che sappiano raggruppare più parrocchie. I motivi li conosciamo, ma per questo occorre acquisire una maggiore docilità alla voce dello Spirito, che ci guida e ci indica il cammino. Sono sicuro anche del prezioso contributo dei sacerdoti, don Francesco, don Giacomo e don Marco che hanno collaborato con don Federico, ai quali chiedo sostegno e comprensione.

A loro e a voi chiedo la pazienza di lasciare che io possa entrare nella vita e nei ritmi delle vostre comunità.

Saluto ciascuno di voi personalmente.

Un pensiero ricco di attese e di speranza lo rivolgo ai bambini e ai ragazzi. Sono loro il nostro futuro e il nostro domani. A loro dovremo consegnare ciò che oggi costruiamo.

Penso anche ai giovani, che spesso si allontanano dalle nostre comunità, perché delusi o non ascoltati. Vi chiedo di darmi il tempo di potervi conoscere: conto molto sulla vostra presenza per animare e dare entusiasmo alle nostre comunità, spesso stanche e affaticate.

Saluto le famiglie, con le quali spero di poter costruire un dialogo costruttivo e aperto. La comunità parrocchiale è la vostra casa, è famiglia di famiglie. Siamo consapevoli delle fatiche che vivono oggi tanti genitori. Per questo ci auguriamo che possiate sentire la parrocchia come il luogo nel quale confrontarvi e creare quella preziosa alleanza, che credo oggi sempre più necessaria per superare le difficoltà dell’educare.

Saluto i malati e gli anziani ai quali rivolgo la richiesta di un ricordo nelle loro preghiere. In questi anni è sempre stato per me un motivo di grande consolazione ricevere dai malati, ai quali ho portato il dono dell’Eucarestia, la promessa di una preghiera: “mi ricordo sempre di lei nelle mie preghiere”. Vi chiedo di continuare a pregare anche per me.

Saluto i membri del Consiglio Pastorale e i componenti dei Consigli per gli affari economici. A voi chiedo la disponibilità di accompagnarmi nel cammino di questi anni, nelle scelte pastorali ed economiche.

Saluto i Sig.ri Sindaci e le amministrazioni locali, con le quali mi auguro di poter instaurare un proficuo dialogo.

Saluto gli ospiti e i membri del Consiglio di amministrazione di Fondazione Sospiro. So che avete progredito considerevolmente nella qualità e nell’offerta del vostro servizio ai più fragili. A voi rivolgo il mio ringraziamento e la mia profonda stima per il vostro lavoro.

A tutti voi chiedo una preghiera e una benedizione. Maria Santissima, Madre Nostra, guidi e sostenga i nostri passi. Ci illumini e ci conforti, ci incoraggi e ci doni la sua materna protezione.

I nostri Santi Patroni veglino su di noi e sulle nostre comunità perché il bene che riusciremo a seminare, fruttifichi nell’attesa del pieno compimento.

Il vostro parroco don Ernesto

 

 

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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