Chi fa da sé… resta solo. E non allarga la sua visione sulla realtà. Da questa certezza nasce la determinazione con cui don Marco D’Agostino motiva la decisione della Diocesi di unire le forze per un’offerta scolastica che valorizzi le specificità dentro un progetto educativo coordinato e condiviso. «O chiudi o investi», spiega il sacerdote che, come rettore del Seminario, è legale rappresentante del liceo Vida e del centro di formazione professionale Sant’Agostino, ma anche presidente della cooperativa Cittanova che gestisce – a Cremona, Casalmaggiore, Castelleone e Soresina – tre scuole primarie e tre per l’infanzia (a cui si aggiunge l’Istituto Sant’Angelo di Cremona).
Nessuna intenzione di chiudere, dunque si guarda al futuro: «Nella collaborazione – spiega – pensiamo che questo sogno diventi possibile». Il sogno è quello di accompagnare il bimbo che a settembre entrerà per la prima volta in una scuola diocesana dell’infanzia fino alla maturità: «Sarebbe bello che, accanto ai ragazzi che alla fine del liceo si siederanno all’orale della maturità, ci possano essere le maestre che hanno svolto una parte importante nella loro formazione». Non è solo un sogno, ma una scelta di «audacia e autenticità», come il vescovo Napolioni ha definito la missione della scuola cattolica nel contesto attuale. Per questo i sette istituti di scuole per l’infanzia e primarie, i tre licei e il centro di formazione professionale avranno un’unica dirigente, una cucina a servizio delle mense, un’amministrazione centrale e uno scambio diretto tra insegnanti referenti di ogni area dei diversi ordini scolastici.
Ma non solo. Qualche esempio di ciò che accadrà c’è già stato, ad esempio, con la festa delle scuole elementari, ospitata dal Seminario e dalla parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria, o le lezioni di scienze, latino e inglese tenute dagli studenti dei licei nelle scuole primarie dell’infanzia della cooperativa Cittanova. Scuola cattolica significa soprattutto pensare percorsi educativi che abbiano una direzione comune, pur nella differenza delle storie dei singoli istituti e nella valorizzazione delle professionalità: «Si tratta – spiega la dirigente Roberta Balzarini – di pensare anche la didattica come un “noi”. Siamo come una barca a vela dove ciascuno ha il suo ruolo da adempiere al meglio perché la barca corra la sua regata. Sapendo che al centro non c’è un insegnante o un dirigente, ma lo studente a cui prestare attenzione, mostrando rispetto ad ogni età, con uno stile ben preciso».
E lo stile specifico di una scuola cattolica è quello che – secondo la definizione che dà don Marco D’Agostino – «offre alle persone la possibilità di diventare grandi e di essere liberi di scegliere». Perché la scuola? «Perché è il luogo e il tempo dell’educazione. Qui si possono affiancare le persone lungo un tratto importante del loro cammino nella vita. I bambini e i ragazzi, ma anche le loro famiglie con cui intendiamo stringere una vera alleanza». Anche i genitori dunque entrano in un percorso nuovo che dalla scuola guarda alle persone secondo un’idea che è anche un’idea di Chiesa: «Può essere un momento di grande responsabilità laicale per la nostra Chiesa. Abbiamo ogni giorno mille studenti e oltre cento insegnanti, in gran parte laici. La scuola offre una testimonianza di comunione, mostrando come si possa costruire qualcosa di nuovo e di buono con il contributo di tutti».
Le scuole cattoliche diocesane continueranno dunque a fare la loro parte senza rovesciare ciò che c’è, ma pure senza quella «fobia del cambiamento» a cui ha fatto riferimento il Papa parlando alle scuole cattoliche nell’Esortazione post–sinodale Christus Vivit. «Non si tratta – aggiunge don D’Agostino – di uniformazione, ma è la scelta di camminare insieme su una strada che condividiamo». «Questo – conclude Balzarini – chiama in gioco anzitutto il mondo adulto per il superamento delle logiche dell’individualismo e per la ricerca di un rinnovato equilibrio tra educazione e conoscenza. Il nostro compito è dare ai nostri bambini e ragazzi gli strumenti per affrontare la vita». Per diventare grandi insieme.
Una sola dirigente affiancata da un team di coordinatori
Sono sette gli istituti scolastici paritari che rientreranno nel nuovo progetto: quattro scuole per l’infanzia sul territorio, tre primarie, a cui si aggiungono il liceo scientifico, il classico e lo sportivo del «Vida » presso il Seminario vescovile, dove è attivo anche il centro di formazione professionale Sant’Agostino. La dirigente degli istituti secondari Roberta Balzarini sarà la dirigente unica, ma ciascun plesso avrà il proprio team di coordinatori che la affiancheranno. Per la scuola dell’infanzia «Sant’Angelo» (fino ad oggi gestita dall’Opera Pia S Sant’Angelo) e le primarie «Canossa » di Cremona saranno Antonella Salti, Matteo Fanfoni e Alessandra Bravi; Deborah Buttarelli sarà la referente per la scuola dell’infanzia «San Giuseppe» di Casalmaggiore; Pietro Zacchi e Michela Bassi coordineranno la primaria e la scuola dell’infanzia «Maddalena di Canossa» di Castelleone, suor Mara Bianchi e Mara Romanenghi saranno referenti per il plesso di Soresina. Il team del Liceo Vida sarà composto da Samuele Lanzi, don Stefano Lazzari e don Davide Schiavon, mentre Monica Guarneri coordinerà il Cfp.