Un uomo e una donna recitano l’angelus, la preghiera che ricorda il saluto che l’angelo rivolge a Maria durante l’Annunciazione, che noi ricordiamo il 25 marzo. I due contadini hanno interrotto la raccolta delle patate. Millet li rappresenta con tutti i loro strumenti di lavoro: il forcone, il cesto, i sacchi e la carriola e racconta.
“L’Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l’angelus in memoria dei poveri defunti“.
In questo 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, è papa Francesco che ci chiede di fermarci e di recitare, tutti insieme, a mezzogiorno, la preghiera dei figli di Dio.
La tela esprime un profondo sentimento di raccoglimento, è un’ode al tempo della pausa. Questo è anche il nostro tempo. Il tempo di questa pandemia, dove tutti siamo chiamati a sedimentare, come nella terra. Quella campagna che si allarga alle spalle dei due contadini, in lontananza il campanile dal quale riecheggiano i rintocchi delle campane. Il campanile delle nostre parrocchie, la nostra terra, la pianura, questi giorni.
don Gianluca Gaiardi
incaricato diocesano per i Beni culturali