Da sempre, in tutto il mondo, nei momenti di grande sofferenza, i fedeli hanno levato gli occhi alla Madre, alla Vergine Maria. Non a caso assieme al Crocifisso di san Marcello al Corso, il Papa ha voluto invocare l’aiuto di Dio, nel pieno della pandemia da coronavirus, alla presenza anche dell’immagine di Maria Salus Popoli Romani, così legata all’intercessione nei momenti difficili della Città. Già prima, l’11 marzo, in occasione della Messa celebrata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, presso il Santuario della Madonna del Divino Amore, Papa Francesco aveva inviato un videomessaggio con la sua preghiera alla Vergine, affidando la Città, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio, “come segno di salvezza e di speranza”.
e proprio in vista di maggio, mese mariano, alcuni giorni fa il Papa con una Lettera ha esortato a pregare il Rosario in famiglia, come da tradizione, e il primo maggio la Conferenza episcopale italiana affida l’Italia alla protezione della Madre di Dio, con un momento di preghiera, nella Basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, nella diocesi di Cremona e in provincia di Bergamo, una delle zone più colpite dal Covid-19. Dell’importanza per un artista di dipingere la Madonna, parla nell’intervista il pittore Francesco Astiaso Garcia, che è anche segretario nazionale dell’UCAI, Unione Cattolica Artisti Italiani. L’artista, che ha realizzato diverse immagini della Vergine, spiega che dipingere la Madonna significa “avvicinarsi al mistero dell’Incarnazione”. “Quindi – prosegue – al di là del ritratto in sé della Madonna, tutti gli artisti in qualche modo si sono domandati profondamente, anche se non credenti, come poter rappresentare la donna più amata della storia dell’arte, che è la Vergine Maria. Per i credenti, Dio è il principio di ogni bellezza e la Madonna è il cammino attraverso cui il Verbo si fece carne”. Un credente che si avvicina a rappresentarla, lo fa, quindi, anche digiunando e pregando, chiedendole l’ispirazione, ricorda Astiaso Garcia.
Ascolta l’intervista a Francesco Astiaso Garcia
La Madonna nella storia
La Madonna del Rosario di Pompei, la Vergine di Guadalupe, la Salus populi Romani, la Madonna di Loreto, sono tra le immagini della Madonna, assieme ad altre, care alla devozione dei fedeli. “Da sempre la Madonna è uno dei soggetti preferiti dagli artisti e capace di suscitare sentimenti profondi, toccando le corde più intime del cuore umano, e questo proprio dall’inizio della storia cristianesimo”, rimarca. La prima rappresentazione della Madonna si trova nelle catacombe di Priscilla, a Roma, e risale alla seconda metà del III secolo, ricorda ancora il pittore evidenziando come tutti i più grandi artisti della storia dell’arte si siano confrontati con questo tema.
“Ricordiamo alcuni dei più importanti: Cimabue, Giotto, Duccio, le icone russe ortodosse e poi – prosegue – abbiamo il Rinascimento italiano e europeo con Botticelli, El Greco, Raffaello. Da Caravaggio in poi, invece, le raffigurazioni della Vergine diventano più umane e quindi si perde un po’ l’idealizzazione del volto della Madonna, si perde un po’ in riferimento al divino ma si guadagna un realismo profondo, che avvicina la Madonna a un’umanità condivisa con i poveri, i più semplici”. “Nell’Ottocento – ricorda Astiaso Garcia – c’è, invece, una specie di ritorno al passato e quindi a guardare quei canoni idealizzati, più classici. Si ritorna anche a guardare alla raffigurazione bizantina. Invece il Novecento, per quanto in parte si distacchi dalla rappresentazione del Sacro, ci ha regalato comunque esempi luminosissimi di rappresentazione mariana. Tra questi vorrei ricordare Gauguin e Matisse e pochi sanno che Matisse, in particolare, ha finito la sua carriera con un ciclo mariano, nella cappella del Rosario, dedicato tutto alla Vergine Maria, dove la rappresentazione è un po’ ai limiti tra il figurativo e l’astratto”. “Nel contemporaneo – afferma – ci sono artisti molto bravi che si occupano di arte sacra o anche artisti di arte contemporanea che affrontano tematiche sacre”.
La Madonna dei migranti, dei cuori aperti
Tra le grandi immagini della Vergine anche “La Maestà di Ognissanti” di Giotto o icone come la “Theotokos”, la Madre di Dio, in Russia, a testimonianza proprio del fascino dell’immagine di Maria. Francesco Astiaso Garcia ha realizzato anche un dipinto della Vergine che si chiama “La Madonna dei migranti”. Tanti grandi artisti hanno compiuto “una vera e propria missione nel rappresentare l’iconografia mariana e anche la vita di Cristo – spiega – e lo hanno fatto come una vera e propria evangelizzazione perché l’arte sacra era considerata la ‘Bibbia dei poveri’ perché non sapevano leggere e scrivere e, quindi, in qualche modo, leggevano le immagini”. Tutto questo è fondamentale “perché la vita della Madonna, i suoi gesti, il suo silenzio, la sua mitezza e la sua umiltà, hanno anche una valenza simbolica molto grande”. Il pittore racconta di aver voluto dipingere la Madonna dei migranti perché convinto che “tra gli ultimi dei tempi odierni, ci siano proprio le vittime dei naufragi, le vittime del mare” e l’ha chiamata, quindi, “la Madonna dei cuori aperti” perché la Madonna è sempre vicino ai più piccoli, agli ultimi e ai sofferenti. È stato, poi, anche “un quadro di risposta” a un suo dipinto precedente, che aveva chiamato “L’ultima preghiera” e che rappresentava una bambina nel momento del naufragio, ormai seppellita dalle onde, che si rivolge alla Vergine Maria affidandole la sua vita. Questa Madonna dei cuori aperti rappresenta, quindi, “la risposta” a questo quadro: è anche lei nell’acqua come “sommersa lei stessa dalle onde, dalle sofferenze, vicina agli ultimi”.
Spalancare la prospettiva della vita eterna
“Mi ha colpito molto quello che ha detto il Papa in diverse occasioni – racconta poi Astiaso Garcia – quando sottolinea l’importanza dello spirito, della creatività della carità che lavora anche attraverso l’arte, la bellezza degli artisti. Il Papa ripete che questo spirito apre orizzonti e ci porta dire: ‘Eccomi’”, soprattutto di fronte all’emergenza del coronavirus, a situazioni sanitarie e economiche drammatiche. Quindi, il compito è di far rinascere una speranza e di “poter comunicare un senso trascendente, che va oltre la contingenza dell’emergenza sanitaria e in qualche modo spalanchi anche una prospettiva di vita eterna”.
La Madonna della Misericordia, immagine della Chiesa
E tra tante immagini della Madonna, Astiaso Garcia ha piacere di menzionare, per il valore simbolico, quella che sceglierebbe per raccontare i tempi odierni: è la “La Madonna della Misericordia” di Piero della Francesca, che si trova nella pinacoteca di Sansepolcro ad Arezzo, perché – spiega l’artista – “ha le braccia tese e apre un ampio manto per accogliere tutti quelli che invocano la sua protezione, tutte le persone ferite e fragili. Quindi, è la Madonna dell’inclusione, per eccellenza, ed è anche un po’ l’immagine della Chiesa che accoglie e protegge”. Molto cara a Papa Francesco è poi la tela di “Maria che scioglie i nodi”, che si trova in Germania e sembra proprio esplicitare la missione di Maria che, da madre, si prende cura dei problemi degli uomini, si coinvolge. “Ritornando a quel valore simbolico dei gesti, dei segni, è una Madonna particolarmente significativa – rimarca Astiaso Garcia – perché tutti abbiamo dei nodi da sciogliere molto profondi, delle situazioni irrisolte e delle zone d’ombra”. Ed è proprio questa la parte che Cristo viene ad abbracciare. “Mi colpisce anche la necessità di trovare la Vergine dal punto di vista del raccoglimento: l’uomo ha bisogno di contemplazione e – conclude – situazioni di affidamento alla Madonna, credo che siano molto importanti da vivere anche a livello personale e familiare, come ha detto il Papa”.