La pandemia provocata dal Covid-19 ha colpito duramente anche l’Italia con un altissimo numero di contagiati che ha causato migliaia di vittime. Purtroppo non è stato l’unico effetto negativo dell’epidemia. Il blocco delle attività imposto dal lockdown, infatti, è stato un duro colpo anche per l’economia, mettendo in grave difficoltà aziende di ogni settore, piccole, grandi. Le conseguenze di questa crisi ricadono sulle persone e famiglie, facendo crescere il numero dei nuovi poveri di oltre un milione, secondo le stime della Caritas e della Coldiretti. La perdita del posto di lavoro, le piccole attività che non riescono più a stare in piedi, provocano nuove forme di povertà. Gli ammortizzatori sociali e i vari bonus purtroppo in molti casi non sono sufficienti a evitare situazioni di instabilità reddituale, con la conseguente incertezza del quotidiano. In alcuni casi non si arriva neanche a far fronte ai beni di prima necessità. Il numero delle famiglie in difficoltà è aumentato, per questo è necessario mettere in campo nuove forme di solidarietà.
A tal proposito abbiamo intervistato Franco Duchini, responsabile della Caritas parrocchiale di Castelleone e referente per la Zona pastorale 2, per cercare di illustrare la situazione del territorio e le iniziative messe in campo.
Come ha reagito la comunità di Castelleone di fronte a questo complesso disagio sociale?
«Dal punto di vista della Caritas, direi in maniera straordinaria. Castelleone, come sempre nelle grandi difficoltà, ha reagito da vera comunità, con uno spirito di collaborazione tra le varie associazioni di volontariato e la pubblica amministrazione che nel passato non si era mai notato. Tutti con un unico obiettivo: aiutare chi è in difficoltà, con soluzioni concrete, efficaci e in silenzio. senza volersi mettere in mostra».
Avete continuato con le consuete attività o sono state avviate nuove forme di aiuto?
«Le attività usuali svolte dalla Caritas (distribuzioni alimenti e raccolta e distribuzione indumenti) e del Centro Ascolto e Aiuto alla Vita sono rimaste nella normalità fin verso la fine di febbraio. Da marzo c’è stata la chiusura di tutto ad eccezione della distribuzione alimenti che avveniva in via straordinaria su appuntamento, in collaborazione anche con gli assistenti sociali. Da aprile sono partite con regolarità le distribuzioni alle famiglie indigenti, mediamente una volta ogni dieci giorni, precedentemente una volta alla settimana. Le novità sono venute dal modo di distribuire gli aiuti e dalle nuove collaborazioni, infatti, le distribuzioni sono avvenute su appuntamento e con la consegna a domicilio. Questo è potuto avvenire grazie all’aiuto importante della Protezione civile e di altre associazioni di volontariato, mentre l’ARCI e Al Manar si sono fatte carico di distribuire alimenti a 17 famiglie consegnandoli direttamente a domicilio».
Quante famiglie riuscite a raggiungere?
«Il numero delle famiglie è aumentato progressivamente, siamo passati dalle 30/35 famiglie (un totale di 130 persone) dei primi tre mesi dell’anno agli attuali 65 nuclei familiari, per un totale di 287 persone tra adulti e minori. Da gennaio a marzo, sono stati distribuiti 208 pacchi di alimenti, mentre da aprile al 17 giugno ne sono stati distribuiti 405 (151 aprile, 135 maggio, 119 dal primo al 17 giugno). I prodotti che sono distribuiti sono forniti in primis dal Banco alimentare, offerti da consorzi, enti, associazioni, privati, negozi. Importantissimo è l’aiuto della Diocesi di Cremona che ha realizzato a Castelleone un polo di stoccaggio di prodotti a disposizione delle Parrocchie della Zona 2 (possibilità di ritiro settimanale, in base alla necessità), magazzino gestito dalla Caritas di Castelleone. Questa macchina della solidarietà va avanti con entusiasmo grazie a persone e aziende che si sono messe a disposizione per questo servizio, in maniera anonima».