Sebbene i dati demografici parlino chiaro e dimostrino quanto Cremona sia una città poco giovane, è altrettanto vero che sul territorio cittadino e diocesano siano presenti numerose associazioni ben inserite nel contesto socio-culturale della splendida città del violino.
Tutte queste realtà raccontano del desiderio dei giovani di rigenerare, valorizzare e stimolare la crescita della città, già gioiello internazionale nei settori musicali ed agroalimentari nonché esempio virtuoso nel terzo settore e nell’attenzione al sociale.
Tra queste realtà, anche la “Associazione Drum Bun”, da anni promotrice di esperienze di volontariato in Italia (Calabria) e all’estero (Albania e Romania), ha deviato rotta e strutturato un nuovo piano d’azione a km0. Complice anche l’impossibilità di viaggiare e varcare i confini italiani, si è fatta largo un’intuizione accattivante: mantenere lo stile animativo ed educativo, sfruttando le risorse e gli spazi di casa.
Nasce così il progetto “InTEgration”, sostenuto da un finanziamento semestrale dell’Unione Europea (Corpo Europeo di Solidarietà), che vede due grandi protagonisti: una decina di giovani volontari dell’associazione tra i 22 e i 27 anni e un gruppetto di minori stranieri non accompagnati accolti presso il Centro Diurno Giona.
Come evoca lo stesso nome del progetto, l’idea è quella di integrare i minori nel tessuto cittadino, organizzando serate all’insegna del divertimento, delle buone relazioni e dello scambio interculturale.
Le occasioni proposte vanno dalla pizza insieme ad una serata al cinema, dalla biciclettata ad una cena multiculturale, e si tengono con cadenza mensile. Il progetto, giunto al suo secondo appuntamento, ha già riscosso grande successo tra i giovanissimi stranieri e tanto entusiasmo da parte dei volontari.
Il progetto risulta, dunque, un perfetto connubio tra l’essenza dell’associazione, con i suoi obiettivi educativi e di incontro con altre culture e tradizioni, e la riscoperta di un territorio ricco di risorse e potenzialità, seppur rinunciando al viaggio fisico: “InTEgration” diventa così testimonianza diretta di una città che si apre ai giovani e si riscopre viva, vivace e desiderosa di incontrare e conoscere l’altro, valorizzando al contempo le proprie radici.