«C’è tanto dolore in questi racconti, ma altrettanta Grazia. È l’amore ricevuto in tanti modi dagli operatori e dai famigliari. È l’amore che molti hanno donato, quello che molti pazienti volevano ancora dare per mantenere la vita, per mantenerci in vita». Don Maurizio Lucini, incaricato diocesano per la Pastorale della salute, introduce così L’amore salva ancora, il libro edito da Teleradio Cremona Cittanova e che raccoglie le testimonianze di chi – medico, paziente (a volte entrambi), infermiere, monaca – ha vissuto la durissima esperienza del Covid in prima linea.
Il volume, in uscita al prezzo di 7,50 euro, è già in vendita presso la libreria Paoline di Cremona ed è prenotabile presso Casa delle Comunicazioni della Diocesi (prenotazioni@teleradiocremona.it o 0372- 462122).
Un libro denso di vita in cui si alternano vicende di straordinaria umanità. «Abbiamo volutamente scelto testimonianze positive, dopo tanto male», spiega ancora don Lucini. «In questi volti e in questi racconti emerge un’umanità a 360 gradi, dove la resistenza al male è stata una resistenza per amore. Un amore possibile anche grazie alla potenza della dimensione spirituale, che è diventata parte attiva ed efficace di cura».
Ecco allora avvicendarsi, pagina dopo pagina, i racconti delle monache domenicane del monastero di clausura di Cremona (dove il virus ha colpito duramente), di alcuni infermieri o di medici come Ferdinando Amato, dirigente dell’Ospedale Oglio-Po, che così descrive quei giorni: «La domanda che mi ponevo era il perché: la risposta a tale dolore interiore veniva da Colui che, innocente, muore in croce e dal dolore di Maria di fronte alla perdita del Figlio. E così, in mancanza dell’ultimo sacramento, pregavo per ogni paziente che moriva affidandolo alla Vergine Maria». Gli fa eco Patrizia Loritto, caposala: «La mia preghiera durante le ore di lavoro ormai era un urlo, non so quante volte ho urlato il nome di Dio, quanto ho invocato che si potesse compiere per ognuno di noi solo la sua santa e perfetta volontà». Gloria Ponti, invece, per il Covid ha perso entrambi i genitori, senza poterli salutare nemmeno con un funerale. «Ora, dopo, che cosa rimane? Rimane il vuoto, ma voglio pensare a come mi hanno educata e cresciuta, alla sensibilità religiosa che mi hanno testimoniato fino all’ultimo con il loro morire “in grazia di Dio”, all’amore e alla dedizione che hanno sempre riservato ai miei figli. Oggi possiamo guardare avanti solo guidati dalla fede che ci è stata donata».