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È una giornata di festa oggi, giovedì 26 maggio, a Caravaggio per le celebrazioni in occasione del 590° anniversario dell’Apparizione della Vergine al Santuario di Santa Maria del Fonte. In mattinata una solenne processione, guidata da monsignor Dante Lafranconi, è partita dal centro di spiritualità verso la basilica. Qui si è fermata al Sacro Fonte dove, dopo aver recitato l’atto penitenziale, il vescovo emerito di Cremona ha deposto un mazzo di fiori. In maniera del tutto eccezionale, per la prima volta, è stato aperto e visibile anche il piccolo pezzetto di terreno dal quale sgorgò l’acqua benedetta. «La Vergine Maria implori misericordia per noi al Suo Figlio Gesù», ha detto monsignor Lafranconi di fronte all’immagine della Madonna.
Uscendo dal fonte, i sacerdoti e il vescovo si sono segnati con l’acqua in ricordo del Battesimo e subito dopo è iniziata la santa messa all’aperto, animata dal coro “Don Domenico Vecchi”. Una Messa importante, perché benedetta dal Papa e durante la quale i fedeli presenti hanno potuto ottenere l’indulgenza plenaria.
L’omelia del vescovo emerito ha proposto una riflessione sulle figure di Elisabetta e Maria e sul ruolo centrale della grazia divina nel sacramento della penitenza. «Il brano di Vangelo ascoltato – ha detto – ci presenta la figura di Elisabetta e Maria. Elisabetta è la madre di Giovanni Battista, il precursore, colui che ha preparato gli animi delle persone a riconoscere e accogliere Gesù. Una preparazione che richiamava al dovere di cambiare il cuore, alla penitenza, alla conversione per accogliere quella novità fuori dagli schemi. Maria, l’altra donna, è la madre del Figlio di Dio. Una madre che ha accolto in sé, ed è diventata nel disegno di Dio, colei che ha reso tangibile fino a che punto l’amore di Dio per gli uomini può arrivare: fino all’Incarnazione. Allora, in un certo senso, queste due donne attraverso i loro figli, sono un richiamo alla conversione e alla misericordia di Dio, che è straordinaria e impensabile per le categorie umane».
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La riflessione ha poi proseguito con un riferimento diretto all’apparizione di Caravaggio: «Se ci pensiamo bene, è lo stesso messaggio che Maria ha affidato a Giannetta. Lei dice che da tanto tempo intercede presso il Figlio perché usi misericordia verso gli uomini, ma allo stesso tempo chiede a noi di cambiare vita. Allora tra la pagina del Vangelo letta e l’apparizione a Giannetta, c’è una continuità perché il messaggio è identico. Un richiamo alla conversione che è possibile solo con la misericordia di Dio e con l’intercessione di Maria. Credo sia indispensabile per noi che viviamo questa celebrazione, raccogliere il messaggio che questo Santuario diffonde: la misericordia di Dio è inseparabile dal percorso della conversione degli uomini. Guai a separare questi due aspetti. Se si dimentica la misericordia non si ha il coraggio di chiedere perdono e convertirsi, perché soli non ci riusciamo. Ma se guardiamo solo alla misericordia rischiamo di pensare a un Dio buonista che lascia correre e permette tutto. No. Questi aspetti sono uniti. Misericordia e disponibilità alla conversione: ecco cosa dobbiamo raccogliere dal messaggio lasciato dalla Madonna a Giannetta».
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Monsignor Lafranconi ha messo poi in guardia dal «rischio di esasperare il nostro impegno e sentirci falliti perché non riusciamo a realizzarci oppure corriamo il rischio di fare della misericordia di Dio il lasciapassare per l’inferno, come diceva S. Agostino. Non andiamo via dal Santuario senza approfittare della misericordia di Dio che sostiene il nostro cammino quotidiano di conversione. I santuari mariani sono luoghi dove emerge ed è richiesto il sacramento della confessione ed è bello perché così si celebrano insieme misericordia (nel sacramento c’è l’azione di Dio), grazia e perdono. Così anche le nostre relazioni si conformeranno al disegno di Dio».
Tutto, ha detto, richiede però un atto di fede. «Come facevano Elisabetta e Zaccaria a credere che avrebbero avuto un figlio anziani? E Maria? Non c’erano intuizioni che potevano giustificare quello che sarebbe loro accaduto: bisognava solo credere che ciò che all’uomo sembra impossibile, Dio lo può compiere. E questo accade ogni volta che ci confessiamo: Dio prende in mano la vita che gli consegniamo perché possa trasformarsi secondo quella verità evangelica che la rende feconda. Per vivere con purezza i nostri sentimenti. Chiediamo questa grazia nel sacramento della penitenza perché ci accompagni ogni giorno. Non ci aspettiamo miracoli, apparizioni: si tratta ancora una volta di credere, di fidarsi di quello che Gesù ci ha detto e di incamminarci con umiltà anche quando la strada sembra impervia. Ma non desistiamo dal percorrerla, perché siamo sostenuti dalla misericordia di Dio, nella certezza che quello che Lui ha promesso lo compie. Che la Madonna risusciti in noi questa certezza».
Durante la Mmessa monsignor Lafranconi ha chiesto anche una preghiera speciale per monsignor Napolioni e per tutti i vescovi italiani riuniti in assemblea a Roma, e per la Chiesa italiana.
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Al termine della celebrazione, dopo il saluto del rettore del santuario monsignor Amedeo Ferrari, il vescovo Lafranconi ha impartito la benedizione con l’indulgenza plenaria dopo aver rivolto la Supplica alla Vergine, alla quale ha consegnato timori e speranze di tutte le famiglie e tutte le persone riunite in preghiera.
La giornata proseguirà con la recita del rosario e, alle 16.40, la memoria dell’apparizione.
Il video integrale della celebrazione