Giovedì 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, presso la sede provinciale delle Acli cremonesi si è tenuto il convegno intitolato “Italia, una Repubblica che ripudia la guerra? Dialogo con le coscienze”.
L’incontro, che ha avuto tra i relatori Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) e della Rete italiana pace e disarmo, ha voluto riassumere «l’impegno che le Acli cremonesi hanno deciso di prendersi per una riflessione condivisa sul ruolo del cristiano nei processi di pace, rivolgendo il loro sguardo a tutti i conflitti in corso nel mondo, a partire dall’attuale situazione ucraina» come ha dichiarato in apertura il Presidente Bruno Alessio Tagliati.
In particolare, il convegno va a chiudere una serie di eventi che le Acli hanno organizzato sul territorio provinciale per le date più significative della Repubblica: 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. «Tutte queste date hanno concorso a fare diventare la nostra Carta Costituzionale quello che è. Un faro nei momenti critici in cui il dubbio ci attanaglia».
Al centro della riflessione l’articolo 11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” anche alla luce di quanto sta succedendo in Ucraina, a partire dall’analisi del documento redatto da Acli Lombardia nell’aprile scorso, “Da cristiani in tempo di guerra”.
«Questo incontro è un’occasione per riflettere insieme su quello che si può fare per evitare di fomentare un conflitto già tanto crudele, trovando un’alternativa pacifica all’azione militare» ha concluso Tagliati introducendo Giorgio Beretta, che ha proposto all’assemblea presente un’analisi accurata e dettagliata della situazione del diritto internazionale e della vendita di armamenti da parte europea e italiana.
La proposta di Beretta è partita dal ripensare all’investimento militare in termini di risorse umane ed economiche. «Che siano il minimo necessario per assicurare un muovo modello di difesa europea, per la quale occorre ripensare anche a un nuovo modello di industria della difesa» ha dichiarato.
Citando a più riprese il discorso fatto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua visita al Parlamento del Consiglio d’Europa, Beretta si è poi soffermato sulla guerra in Ucraina e sulla necessità di «trovare soluzioni alternative alla risposta armata, che produce danni inimmaginabili non solo alle nazioni direttamente coinvolte nel conflitto ma anche ai paesi del sud del mondo, che subiranno l’innalzamento del prezzo del grano e di altre risorse di prima necessità».
Attraverso passaggi della Costituzione Italiana e della Carta Onu, Beretta ha proposto una lettura attuale di documenti fondanti la democraticità dell’Italia e dell’Europa, passando attraverso il tema del nucleare, dell’aumento della spesa militare negli ultimi 30 anni (a fasi alterne), del pacifismo come un modello alternativo di mobilitazione dal basso che può portare a risultati tangibili e di notevole spessore.
A questo proposto una parola è stata spesa anche da Rosita Viola, assessore alle politiche sociali e della fragilità del Comune di Cremona, presente all’incontro: «Sappiamo che occorre molto tempo, ma alla fine i risultati si possono raggiungere, quindi continuiamo su questa strada, perché se siamo riusciti a mettere al bando le mine antiuomo altri risultati potranno essere raggiunti».
L’incontro si è concluso con un arrivederci a un prossimo evento durante il quale don Antonio Agnelli, assistente spirituale delle Acli cremonesi, affronterà gli aspetti etici della questione attraverso una lettura delle dichiarazioni di Papa Francesco.