Protezione internazionale accoglienza e diritti umani al centro del convegno promosso in sala Zanoni. On-line tutti i contributi audio

Concluso il ciclo di incontri interzonali sul fenomeno migratorio

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Protezione internazionale, garanzia dei diritti umani e accoglienza dei rifugiati politici, queste le questioni che hanno animato il convegno di venerdì 30 ottobre a Cremona. L’Associazione Immigrati Cittadini insieme Amnesty International e altre agenzie sul territorio – quali Caritas, Acli, Tavola della Pace, Arci, Cisvol, Forum del Terzo settore – ha organizzato un incontro dove sono intervenute voci esperte in materia giuridica per approfondire il tema attualissimo delle immigrazioni.

“Il diritto alla protezione internazionale oggi: tra norme, diritti umani e accoglienza. Luci ed ombre”. Questo il titolo dell’evento che ha richiamato alla sala Zanoni, di via del Vecchio Passeggio, numerosi partecipanti, tra cui avvocati, insegnati, educatori e operatori che hanno a che lavorano con stranieri e migranti.

Prima dell’intervento dei tre relatori – moderati dal direttore del quotidiano La Provincia di Cremona, Vittoriano Zanolli – il questore Gaetano Bonaccorso ha salutato i presenti, ricordando l’importanza di trovare momenti di studio per affrontare queste importanti questioni in modo sempre più efficace. Anche l’assessore alla Trasparenza e alla Vivibilità sociale del Comune di Cremona, Rosita Viola, e il direttore di Caritas cremonese, don Antonio Pezzetti, sono intervenuti sottolineando l’attualità del tema in questione, che coinvolge anche la realtà cremonese.

Il primo a prendere la parola è stato l’avvocato Livio Neri, dell’Associazione Studio Giuridici sull’Immigrazione, che ha affrontato le questioni tecniche sul diritto alla protezione, iniziando da un rapido excursus storico a proposito della garanzia dell’asilo. Per i forestieri che scappavano da altre città, la civiltà greca, così come quella romana o quella ebraica, prevedeva già il diritto all’ospitalità. L’avvocato ha posto quindi l’attenzione sulla situazione italiana contemporanea: il diritto di asilo è previsto nella Costituzione – articolo 10, comma 3 – e costituisce un valore che gli stessi Padri costituenti difesero strenuamente. Questo diritto fu più volte criticato, dai primi decenni della Repubblica ad oggi, ritenuto troppo esteso, decisamente utopistico: i costituenti non potevano immaginare a quell’epoca i successivi mutamenti geopolitici. Essi però – ha ricordato Neri – difesero quel diritto proprio perché erano coscienti delle condizioni di un forestiero, dal momento che le avevano vissute personalmente.

Al contrario di altri Stati, in cui si annoverano casi di respingimento di emigranti, l’Italia negli anni è arrivata a sviluppare una normativa sul diritto d’asilo che regola le procedure per l’ottenimento dello status di rifugiato. Neri si è così soffermato sull’effettivo significato del termine “rifugiato”: per essere considerato tale è sufficiente temere di essere perseguitato nel proprio paese per motivi politici, religiosi, raziali o per l’appartenenza ad un gruppo sociale.

La questione sull’effettivo status di rifugiato ha a che fare anche con l’accoglienza, in primo luogo da parte di autorità competenti, senza la quale il diritto d’asilo rimarrebbe superficiale. Su questa questione è intervenuta la Valeria Marengoni, membro della Commissione Territoriale di Brescia, che si occupa, appunto, di valutare l’effettivo diritto all’asilo. Raccontando il ritmo incessante con cui la Commissione incontra i richiedenti asilo (300 le domande prese in esame al mese), ha anche illustrato le varie difficoltà che sussistono, in particolare i lunghi tempi d’attesa per gli immigrati. L’esame dei singoli casi risulta però molto accurato e prevede approfonditi colloqui con i rifugiati stessi. È questo un lavoro molto complesso – ha garantito la Marengoni – perché spesso la distanza linguistica e culturale costituisce un vero e proprio ostacolo alla comprensione e al confronto.

È elevato il numero di migranti rifiutati cui è imposto il rimpatrio. Circa il 60% dei richiedenti asilo, infatti, non viene considerato rifugiato: dato che anche chi è in cerca di condizioni economiche migliori e non è necessariamente nelle condizioni di profugo utilizza il canale della protezione per poter rimanere in Italia. Non esistono, per ora, altre strade concretamente percorribili. In Italia – ha fatto notare Neri – non è prevista una solida regolamentazione in merito: la ricerca di lavoro dei migranti e la necessità di ottenere un permesso di soggiorno si incontrano con la richiesta di lavoratori nel nostro paese, non tanto per vie lecite, quanto piuttosto attraverso la soluzione del lavoro irregolare.

Durante il convegno è intervenuto il rappresentate della circoscrizione lombarda di Amnesty International, Fabio Strazzeri, che ha rimarcato il concetto della protezione ai rifugiati non come atto di generosità, quanto, piuttosto, come obbligo giuridico. Egli ha proposto di ridimensionare il tanto clamoroso fenomeno migratorio: in questi ultimi anni, infatti, l’onere dell’ospitalità è spettato soprattutto a paesi in via di sviluppo, piuttosto che a stati più ricchi: Libia, così come Turchia, ad esempio, hanno accolto circa un milione e mezzo di profughi. Nella sua riflessione, Strazzeri ha fatto notare che l’allarme con il quale si guarda alle immigrazioni in Italia non è del tutto fondato, soprattutto se si fa risalire agli ultimi sbarchi il problema della clandestinità, causato invece, nella maggior parte dei casi, da situazioni regolari che scadono e non vengono rinnovate.

È certo, dunque, che il tema immigrazione sta diventando sempre di più una questione da affrontare con sistematicità: dopo gli eventi di questi mesi, è divenuto fondamentale studiare sistemi di accoglienza ben organizzati, a livello nazionale e locale, coinvolgendo anche la cittadinanza a rendere il diritto di asilo un impegno civile concreto.

I partecipanti al convegno, dopo il dibattito, hanno potuto ricavare spunti di approfondimento sul tema anche grazie a un tavolo informativo curato da Amnesty International. Nella sala adiacente alla Zanoni era poi allestita una mostra documentaria, sempre a cura del gruppo cremonese di Amnesty e dell’Associazione Immigrati Cittadini.

Contributi audio (mp3):

Photogallery del convegno

Gli incontri nelle Zone sul fenomeno migratorio

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