Un prete capace di anticipare gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, un maestro animato da forte passione educativa e da un grande amore verso i suoi allievi. Sono alcuni aspetti importanti della figura di don Lorenzo Milani, emersi dal convegno “Faccio scuola – perché voglio bene a questi ragazzi” svoltosi sabato 11 marzo nel Salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, gremito di docenti ed educatori.
L’iniziativa, promossa dall’Ufficio diocesano di Pastorale scolastica e dal Servizio Insegnamento della religione cattolica, a 50 anni dalla morte del sacerdote fiorentino, si è aperta, dopo le parole introduttive di don Claudio Anselmi, con i saluti della vicesindaco di Cremona, Maura Ruggeri, del dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Franco Gallo, e del vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni.
Saluto del vicesindaco Ruggeri
Saluto del provveditore Gallo
Saluto del vicario episcopale don Maccagni
A introdurre l’incontro la moderatrice, prof.ssa Daniela Negri, che si è soffermata in particolare sui rapporti fra don Milani e due importanti figure della Chiesa e della scuola cremonese: don Primo Mazzolari e il maestro Mario Lodi.
Introduzione della prof.ssa Daniela Negri
È quindi intervenuto lo scrittore e giornalista Mario Lancisi. Attento studioso e grande estimatore di don Milani, al quale ha dedicato varie pubblicazioni, il relatore ha sottolineato alcune date significative della breve ma intensa vita di questo prete: il 1943, anno della sua conversione cristiana e della decisione di entrare in Seminario; il 1947, allorché iniziò a San Donato di Calenzano (Firenze) la sua missione sacerdotale, caratterizzata da quelle “Esperienze pastorali” documentate in un libro posto fuori commercio su richiesta del Sant’Uffizio e solo di recente rivalutato appieno dalla Chiesa; il 1954, quando venne mandato “in esilio” nella piccola e sperduta parrocchia di montagna di Barbiana, nel Mugello, ove intraprese ben presto quella singolare e innovativa esperienza didattico-educativa testimoniata dalla “Lettera a una professoressa”, scritta assieme agli allievi poco prima della sua prematura scomparsa, nel 1967; due anni prima era apparso un altro suo celebre scritto, “L’obbedienza non è più una virtù”, con il testo di una lettera ai giudici per motivare la sua scelta favorevole all’obiezione di coscienza al servizio militare – allora vietata in Italia -, costatagli un processo penale, con assoluzione in primo grado e condanna in appello, estinta in seguito alla morte.
Alla luce di queste date-eventi, Lancisi ha evidenziato alcuni aspetti salienti della complessa personalità di don Milani: il suo profondo anelito a una sincera e completa conversione; il suo spirito di comunità (nella piccola realtà di Barbiana si realizzò progressivamente un’autentica comunione di beni, di saperi e di vita); la sua grande attenzione alle persone e soprattutto agli ultimi, manifestata anzitutto insegnando l’uso accorto della parola, strumento essenziale per divenire buoni cittadini e cristiani consapevoli; la dura critica verso la scuola tradizionale, selettiva fin dagli anni dell’obbligo e poco attenta ai gravi fenomeni della dispersione e dell’abbandono studentesco; il senso critico dell’obbedienza che, in taluni casi, può anche tradursi in una sorta di disobbedienza civile, come processo critico di assunzione di responsabilità.
Relazione di Mario Lancisi – prima parte
Relazione di Mario Lancisi – risposte al dibattito
La prof.ssa Negri ha quindi dato voce al messaggio di uno dei “ragazzi di Barbiana”, Agostino Burberi, che non ha potuto prendere parte al convegno
Lettera di un “ragazzo di Barbiana”
Ha inoltre preso la parola la maestra Disma Vezzosi, con il sentito ricordo di un “pellegrinaggio” a Barbiana, nel 2011, degli iscritti all’Associazione italiana maestri cattolici.
Intervento della maestra Disma Vezzosi
La prof.ssa Chiara Somenzi, docente al liceo scientifico “Aselli” di Cremona, ha invece approfondito il senso civico di don Milani, con la sua attenzione costantemente rivolta ai principi fondamentali e ai diritti e doveri dei cittadini sanciti dalla nostra Costituzione.
Intervento della prof.ssa Chiara Somenzi
Le conclusioni di Lancisi, suscitate anche da alcuni interventi dei presenti, hanno quindi terminato l’incontro.
Conclusioni di Mario Lancisi
Francesco Capodieci