La società e la cultura in cui viviamo sono mutate rispetto al passato: quell’ambiente che fino a non molti anni fa era definito «cristiano» non comunica più immediatamente la fede mediante l’appartenenza familiare, il patrimonio culturale o l’identità nazionale.
Uno sguardo alla situazione socio-culturale italiana e diocesana
L’adesione alla fede cristiana è ogni giorno di più il frutto di una libera scelta personale. D’altra parte, assistiamo a un fenomeno di segno opposto: negli ultimi anni, nelle diocesi italiane, alcune migliaia di adulti hanno ricevuto i sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’eucaristia.
Proprio quando sembrerebbe meno facile o conveniente essere cristiani, non pochi giovani e adulti delle nostre città scelgono di diventare discepoli di Gesù nella Chiesa cattolica.
Il primo pensiero va ai tanti stranieri che popolano il nostro Paese o agli italiani non battezzati che desiderano sposarsi in chiesa. In realtà una parte considerevole degli aspiranti cristiani è ormai italiana: è la ricerca di un senso per la propria vita, l’incontro con la parola del Signore e con la sua presenza nella Chiesa che motiva i passi di tanti adulti maturi.
Anche nella nostra diocesi, se è vero che la secolarizzazione avanza in modo spesso massiccio nelle nostre comunità ecclesiali – più o meno tradizionali-, creando giusta apprensione e disagio tanto nelle modeste realtà rurali quanto nei maggiori agglomerati urbani, è altrettanto vero che
segni di grande conforto – frequentemente sottovalutati – per la diffusione della fede provengono da nuovi orizzonti, quale quello del catecumenato degli adulti.
E’ innegabile che i numeri variano, e largamente: le molte unità di fedeli, giovani e adulti, che diventano sempre più indifferenti alla fede o si distaccano dalla parrocchia e dai gruppi ecclesiali, contrastano con i pochi giovani e adulti che si affacciano alla fede e chiedono di sviluppare il loro interesse vivo e profondo per Gesù Cristo e il suo Vangelo.
In questi anni, anche le nostre comunità parrocchiali hanno avuto la gioia di constatare l’incremento progressivo dei “catecumeni”, di coloro che accedono alla fede nella maggiore età: mentre qualche tempo fa, si trattava soprattutto di adulti emigrati nel nostro paese da terre più o meno lontane – da nazioni europee, come l’Albania per esempio, o da paesi del continente africano, come il Kenia, o sudamericano, come Cuba, o asiatico, come il Giappone – oggi, diversi catecumeni sono italiani di origine. Spesso cresciuti all’ombra dei nostri ambienti cattolici, non hanno consolidato e sviluppato – per motivi diversi e non sempre chiari – la stessa fede dei coetanei, amici o compagni di scuola, di gioco, di lavoro. A loro deve andare la nostra attenzione e la nostra cura perché ben accolti questi adulti – che si affacciano alla fede, riscoprendone l’importanza e la bellezza – possano essere accompagnati nel migliore dei modi alla celebrazione dei sacramenti e possano inserirsi sempre meglio nel tessuto vivo della comunità cristiana locale per impegnare del Vangelo tutta quanta la propria esistenza.
Il servizio prestato a loro diventa l’occasione per consolidare la nostra fede: più consapevoli del grande dono ricevuto dal Signore possiamo affrontare con determinazione la tentazione alla tiepidezza e alla superficialità della sequela, memori della bella tradizione che i nostri contesti familiari e sociali cristiani hanno custodito e sviluppato nel corso del tempo.
L’iniziazione cristiana degli adulti
Poiché la richiesta del battesimo da parte di persone adulte è diventata più frequente, la Chiesa col Concilio Vaticano II ha dedicato maggiore attenzione alla pratica pastorale della prima evangelizzazione e del catecumenato. Il catecumenato consiste in un percorso di approfondimento della fede iniziale dal punto di vista dottrinale, liturgico e morale per giungere all’incontro definitivo con Cristo e con la Chiesa mediante i sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’eucaristia. Gli adulti che maturano il desiderio di diventare cristiani intraprendono questo cammino accompagnati dal parroco e dalla comunità cristiana, che è invitata a designare al proprio interno alcuni accompagnatori. Non si tratta del resto di una novità per la Chiesa. Il catecumenato, anzi, è un’istituzione che ha caratterizzato il cristianesimo dai primi secoli della sua diffusione.
La strutturazione del percorso catecumenale e i criteri teologici-liturgici di riferimento sono stati indicati, fin dagli anni settanta, dal Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti (RICA), con conseguenti significative scelte pastorali per le chiese locali quali:
– una rinnovata presa di coscienza della vocazione missionaria delle comunità;
- il primato dell’evangelizzazione sulla sacramentalizzazione;
- l’unità e la connessione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana;
- la responsabilità di tutta la comunità ecclesiale nella trasmissione della Parola e nell’educazione alla fede;
- l’inserimento dell’itinerario all’interno dell’anno liturgico per valorizzarne i diversi momenti;
- l’attenzione alle persone e alla loro maturazione;
- un legame vitale tra catechesi e liturgia,
- la priorità formativa degli adulti.
L’organismo diocesano del Servizio per il Catecumenato
Trattandosi di uno strumento della missione evangelizzatrice del vescovo, il Servizio è un organismo che ha come scopo fondamentale quello di promuovere e coordinare in tutta la diocesi adeguati itinerari di iniziazione cristiana. Esso rappresenta in genere un’articolazione operativa dell’Ufficio Catechistico Diocesano che si avvale della responsabilità di un presbitero e della collaborazione di alcune persone che operano sul territorio della diocesi. L’organismo diocesano si impegna, infatti, a offrire formazione e sostegno agli operatori pastorali dell’iniziazione cristiana (sacerdoti, diaconi, accompagnatori, padrini), animando e sostenendo la loro azione, elaborando proposte operative di itinerari di iniziazione cristiana.
Il Servizio offre anche indicazioni sui contenuti del primo annuncio e della catechesi, sullo svolgimento più opportuno dei tempi (precatecumenato, catecumenato, mistagogia), dei gradi e dei riti (ammissione al catecumenato, purificazione, illuminazione ed elezione, scrutini, esorcismi e celebrazione dei sacramenti), sui criteri di discernimento e vantazione della preparazione dei candidati e suggerimenti e proposte per concrete esperienze caritative e ascetico-penitenziali. Inoltre, il Servizio predispone e gestisce direttamente su mandato del vescovo alcuni momenti diocesani di incontro e di catechesi per i catecumeni.
Il ruolo del Vescovo e del parroco
Nel processo formativo dell’iniziazione cristiana sono previsti numerosi operatori con responsabilità e compiti diversificati: anzitutto il vescovo, poi i presbiteri, tra i quali emerge la figura del parroco, quindi i diaconi, i catechisti, i garanti e i padrini, talvolta anche le famiglie. Il loro accompagnamento comporta vicinanza, sostegno, guida.
Centrale, comunque, è la responsabilità primaria e diretta del vescovo, cui è affidata dal diritto la cura dei catecumeni a partire dal quattordicesimo anno di età.
La diocesi per il catecumeno è un’entità astratta. Lo diventa meno quando il soggetto scopre che c’è un padre, il vescovo, a capo della famiglia diocesana, e che questo padre ha a cuore il cammino di tutti i suoi figli e le sue figlie, anche quelli che hanno iniziato da poco a riconoscersi parte della Chiesa.
Il luogo ordinario dell’accompagnamento dei catecumeni è anzitutto la parrocchia o eventualmente l’unità pastorale. La comunità cristiana locale è chiamata a offrire accoglienza e calore umano, testimonianza e preghiera, esperienza viva di fede e di carità. Questa comunità è chiamata a essere per i catecumeni luogo della prima concreta esperienza di Chiesa, che trova in essa una sua concreta visibilità nella partecipazione ai riti e celebrazioni che scandiscono il cammino iniziato.
La presenza dei catecumeni in parrocchia costituisce uno stimolo per riscoprire e sviluppare una ricca ministerialità e per infondere spirito missionario nella comunità. La comunità parrocchiale deve sentirsi coinvolta nel sostenere e incoraggiare il cammino di fede dei nuovi credenti attraverso la testimonianza di vita, la partecipazione alle celebrazioni del catecumenato, esprimendo la propria vicinanza nella preghiera dei fedeli e mediante l’accompagnamento realizzato, tra gli altri, dai garanti e dai padrini.