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Una Pastorale familiare «felice di ogni piccolo passo compiuto»

«Quando si incontrano persone, famiglie, con le loro storie, i loro entusiasmi o le loro sofferenze, non si può che dire che l’anno è stato un dono». Così i coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi, incaricati diocesani per la Pastorale familiare, guardando all’anno pastorale appena concluso. «Le proposte fatte, infatti, – raccontano – sono state belle occasioni di relazioni tra le persone che hanno avuto momenti di calma, di riflessione, di amicizia, di “uscita dall’ordinario”, per ritornare nel quotidiano con uno sguardo diverso».

Una pastorale che guarda alle famiglie e a tutti i suoi componenti, dai più piccoli ai più grandi. Una pastorale fatta di punti di forza, come l’essere «caratterizzata da una vita quotidiana, costruita dalle famiglie insieme ai sacerdoti nelle parrocchie, in cui si inseriscono proposte “straordinarie”, a livello diocesano, con l’obiettivo di intercettare bisogni o di sottolineare alcune attenzioni che anche le parrocchie, con il tempo, potrebbero cogliere e sviluppare». Ma fatta anche di fatiche, come in tutte le realtà, «legate soprattutto al coinvolgimento di nuove famiglie, al far cogliere a ciascuna che è una protagonista fondamentale nella vita della Chiesa. Il pensiero poi va a tutte le famiglie che vivono ai margini delle nostre comunità e con le quali fatichiamo a trovare strade di comunicazione».

Insieme al bilancio dell’anno appena trascorso uno sguardo va già alle prospettive per i prossimi mesi. Ne sono un esempio i tre appuntamenti a Tonfano per le coppie: il primo sarà dall’8 al 10 ottobre e sarà rivolto a tutte le coppie, avrà un taglio più spirituale e vedrà come guida il vescovo Antonio Napolioni; il secondo, dal 24 al 26 gennaio 2025, sarà concentrato sulla comunicazione, e avrà due attenzioni parallele a seconda dell’età, con momenti specifici proposti alle coppie giovani e altri agli sposi ormai maturi (pur con alcuni momenti comuni; il primo fine settimana di aprile, invece, sarà rivolto alle famiglie con bimbi piccoli, che «hanno bisogno di stare insieme, di vivere un’esperienza comune di riflessione e condivisione, sostenuti anche da persone che con disponibilità e competenza si prendono cura dei bimbi».

Nel nuovo anno pastorale, oltre al tradizionale incontro dei futuri sposi con il vescovo in programma a novembre, la Pastorale familiare è pronta ad accogliere la sfida che il vescovo stesso negli ultimi due anni ha lanciato: “Perché non ci troviamo a un anno dal matrimonio?”. «Sarà segno importante – aggiungono i responsabili della Pastorale famigliare – di un accompagnamento che come Chiesa dobbiamo avere verso le nuove famiglie».

Tornerà inoltre il consueto appuntamento con la Giornata diocesana delle famiglie, che sarà vissuta il 16 febbraio in Seminario e aiuterà a riflettere sul tema della natalità.

Appuntamento poi, in tre punti della diocesi (Cremona, Caravaggio, Viadana), con gli incontri per le persone separate, divorziate ed in nuova unione (leggi qui).

Altre proposte, a livello zonale, sono ancora in fase di progettazione. «E questa è una dimensione bella della Pastorale familiare – sottolineano i coniugi –: come in una famiglia alcuni processi si avviano, ma si definiscono man mano».

«La sfida costante è quella di ribaltare il nostro modo di pensare: e cioè di vedere nelle famiglie non dei fruitori di servizi ma dei protagonisti – aggiungono gli incaricati diocesani –. In questa linea è importante dare sempre maggior spazio alle famiglie più giovani, valorizzando ulteriormente gli incontri con chi si prepara al matrimonio, che sono occasione per incontrare tante coppie giovani, spesso lontane da una partecipazione attiva alla vita delle nostre comunità: è indispensabile far percepire una Chiesa viva e attenta a tutti, portatrice di un annuncio significativo. Per questo daremo nuove occasioni formative anche a chi li accompagna».

Un anno che finisce e uno pronto a partire, con una Pastorale familiare ricca di proposte, con l’auspicio «che come Chiesa viviamo sempre di più come una famiglia, in cui le varie attenzioni pastorali si integrano e si cammina insieme, felici di ogni piccolo passo compiuto».




Olimpiadi 2024, gli occhi del mondo su Parigi. L’Università Cattolica dedica un web reportage ai Giochi Olimpici

Venerdì 26 luglio iniziano i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Le Olimpiadi in cui l’Italia è al record assoluto di partecipazione: gli atleti azzurri sono ben 403 e la delegazione italiana è al settimo posto della classifica delle squadre più numerose. Ma Parigi 2024 sarà anche l’Olimpiade in cui le 5.633 donne sfioreranno la parità di genere per la prima volta nella storia dei cinque cerchi. Lungo la Senna le atlete rappresenteranno circa il 50% degli atleti totali, suddivise in 45 diverse discipline sportive. È una première assoluta, dopo 128 anni dall’inizio dei Giochi dell’era moderna.

Nel frattempo è scattata la tregua olimpica, che obbliga gli Stati a garantire l’interruzione di tutte le ostilità, consentendo il passaggio e la partecipazione in sicurezza di atleti e spettatori. Insieme a molti conflitti dimenticati, l’invasione della Russia all’Ucraina e lo scontro tra Israele e Palestina non solo continuano a generare morte e distruzione, ma rischiano anche di deteriorare l’instabile (dis)ordine mondiale. Proprio questi due scenari di guerra rappresentano un banco di prova fondamentale per il Comitato olimpico internazionale (Cio) e per l’effettiva capacità delle istituzioni sportive di promuovere il valore della pace.

Di questo e di molto altro parla il nuovo web reportage dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Olimpiadi 2024, gli occhi del mondo su Parigi”, con il quale l’Ateneo ha voluto ricordare, come ha sottolineato Papa Francesco, che «lo sport è un linguaggio universale che trascende le frontiere, le lingue, le razze, le nazionalità e le religioni; ha la capacità di unire le persone, di favorire il dialogo e l’accoglienza reciproca; stimola il superamento di sé, forma allo spirito di sacrificio, favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali; invita a riconoscere i propri limiti e il valore degli altri. I Giochi Olimpici, se rimangono davvero “giochi”, possono dunque essere un luogo eccezionale di incontro tra i popoli, persino i più ostili».

Tra le 11.475 storie degli atleti che rappresentano le 205 delegazioni che partecipano alle trentatreesime Olimpiadi dell’era moderna, il web reportage dell’Università Cattolica punta i riflettori su quelle di chi ha scelto di studiare all’università e non ha mai abbandonato il campo da gioco, la palestra o la piscina.

Proprio come Domitilla Picozzi, che si è laureata a marzo in Medicina e Chirurgia, a Roma, è capitano della SIS Roma, con la quale ha appena vinto la sua terza Coppa Italia, ed è attaccante del Setterosa che cerca il riscatto dopo la mancata qualificazione ai Giochi di Tokyo 2020.

È così anche per Anishta Teeluk, nuotatrice italo-mauriziana che vive a Pioltello e studia a Milano. Ai Campionati africani del 2022, in Tunisia, Anyshta ha conquistato due medaglie d’argento nei 100 e nei 200 dorso con altrettanti record nazionali, seguite dalle medaglie d’oro nei 200 dorso ai Giochi delle Isole dell’Oceano Indiano e agli Aquatics Swimming Championships, in Angola.

Sono ben due, invece, gli alumni che si sono laureati nella Sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica che parteciperanno alle prossime Olimpiadi. Il triplista Andrea Dallavalle, vicecampione europeo a Monaco 2022, è stato tra i primi nove nella sua specialità agli ultimi Giochi Olimpici. Dallavalle si è laureato in Banking and Consulting dopo aver conseguito la triennale in Economia aziendale – profilo Marketing management.

Quelle di Parigi saranno le seconde Olimpiadi anche per un altro piacentino, Giacomo Carini, che gareggerà nella staffetta 4×100 mista e nei 200 farfalla, la specialità di casa. Classe 1997, nella sua carriera ha vinto la medaglia d’argento agli Europei di Baku 2015 e cinque titoli italiani in totale. Ed è ancora una volta tra i migliori nuotatori del mondo.

C’è, infine, chi non farà parte della delegazione italiana a Parigi ma, dopo essere stata atleta olimpica a Tokyo 2020 e campionessa del mondo nel basket 3×3, oggi è una psicologa dello sport: Giulia Rulli fa parte del team che l’Ateneo mette a disposizione degli studenti-atleti del programma Dual Career per offrire loro un servizio individualizzato di accompagnamento, orientamento e monitoraggio del percorso accademico.

Il web reportage è disponibile a questo link: https://secondotempo.cattolicanews.it/webreportage-olimpiadi-2024-gli-occhi-del-mondo-su-parigi




Pastorale vocazionale, per una vita cristiana in dialogo con Dio

Un buon lavoro di équipe, esteso su diversi livelli: questo il principale punto di forza dell’Ufficio di Pastorale vocazionale, che si concretizza nelle attività del Centro diocesano vocazioni, composto e guidato dalle diverse vocazioni che popolano la Chiesa cremonese, fatta non solo di vescovi, sacerdoti e religiosi, ma anche di laici e famiglie. «Il Centro vocazioni si è riunito più volte quest’anno per orientare la Pastorale e per fare quel discernimento di fondo che serve per indirizzare le scelte concrete – spiega l’incaricato diocesano, don Francesco Fontana –. Poi le attività messe in campo sono pensate e condotte da un’équipe intervocazionale, espressione delle diverse vocazioni che vivono la comunità cristiana». Un cammino fatto di gioia, ma anche di fatiche, come intercettazione adolescenti e giovani per le diverse proposte.

Tra queste iniziative c’è il Pozzo di Giacobbe, un’esperienza residenziale per adolescenti che è occasione per vivere la quotidianità con un gruppo di coetanei, e la Casa di Betania, vera e propria esperienza di fraternità dedicata ai giovani maggiorenni. «Se il Pozzo di Giacobbe è andato molto bene – sottolinea don Fontana –, la proposta della Casa di Betania è stata più faticosa». Oltre a queste, che saranno riproposte anche per il prossimo anno pastorale, ci sono stati gli incontri di animazione vocazionale nelle parrocchie: tre appuntamenti dedicati a ragazze e ragazzi della Mistagogia e agli adolescenti.

«Con il nuovo anno pastorale arriveranno anche delle novità – anticipa il sacerdote –: il Pozzo di Giacobbe raddoppia, con l’intenzione di avviare l’esperienza anche nella zona pastorale 5, a Roncadello, che andrà ad aggiungersi a quella già attiva al Migliaro. Ma cambia anche La casa di Betania, con qualche modifica nella proposta, che non sarà più legata semplicemente alla città di Cremona, ma si allargherà anche nelle altre zone pastorali». Questa si svilupperà così in tre diverse location: il 17 novembre nella casa parrocchiale del Migliaro, il 16 febbraio al Santuario di Brignano Gera d’Adda e il 4 maggio a Roncadello.

Appuntamento confermato, poi, in occasione della Giornata mondiale delle Vocazioni (11 maggio) con la veglia diocesana con i giovani in programma sabato 17 maggio.

Tante proposte e tante sfide per la Pastorale vocazionale. «La sfida vera – evidenzia don Francesco Fontana – sarà il tentativo di avvicinare giovani e adolescenti che si stanno interrogando sul tema della vocazione a tutto tondo, che non è intesa solo come consacrazione, ma come vita cristiana in dialogo con Dio» E conclude: «Quando parliamo di Pastorale vocazionale intendiamo l’idea di prendere sul serio la vita come risposta a Dio, incontrando e mettendosi in dialogo, e soprattutto in ascolto, con i giovani».




Soncino, al via il recupero dell’antico organo Bernasconi della Pieve

L’antico organo Bernasconi della Pieve di Santa Maria Assunta di Soncino, fermo da una quindicina d’anni, se non di più, tornerà a suonare. Non subito ovviamente, ma nel 2027, perché l’operazione di totale restauro cui si è deciso di sottoporlo durerà circa tre anni. Un’operazione complicata e costosa, da circa 300mila euro complessivi. Decisivo pertanto è il contributo CEI attraverso i fondi garantiti grazie all’8xmille e che ammonta ad un terzo della somma totale, vale a dire 100mila euro.

Per il resto la Parrocchia utilizzerà fondi propri. Sia alcuni privati che alcune ditte hanno già manifestato l’intenzione di contribuire all’ingente spesa.

Il compito di restaurare il Bernasconi è stato affidato alla bottega organaria di Ugo Cremonesi, di Soncino, che nel borgo aveva già restaurato qualche anno fa l’organo Franceschini Benzi della chiesa di San Giacomo.

«L’organo – spiega il parroco don Giuseppe Nevi – è un pregiato Bernasconi del 1886. Non funziona più da almeno quindici, forse anche vent’anni, ma grazie a Dio si è ben conservato. Ciò non toglie che dovrà essere completamente restaurato. L’obiettivo è riportarlo all’origine e per questo servirà un lavoro lungo tre anni. Nel frattempo nella Pieve proseguiamo con l’utilizzo di un organo elettronico che dal punto di vista del suono è uno strumento di tutto rispetto».

Lo smontaggio dell’organo è iniziato in questi giorni anche se un’accelerata, in tal senso, arriverà dopo il periodo delle ferie. L’organo sarà restaurato a Soncino, nei laboratori della ditta incaricata.

Proprio il titolare ne descrive le caratteristiche. «È uno strumento di pregio, datato 1886 – dice Ugo Cremonesi –, con le canne centrali che risalgono a un Serassi del 1770. Questo è classificato come un organo monumentale, con tre tastiere con pedaliera e quasi 3.000 canne. Praticamente raccoglie tre strumenti in uno. Nel corso della sua storia ha subito un piccolo intervento di riforma ai primi del novecento. La cosa positiva è che è tutto ripristinabile: abbiamo documenti d’archivio che ci hanno portato a poter progettare un restauro definitivo. È altresì vero che non suona oramai da molti anni e che necessita di un restauro integrale ma è stato mantenuto discretamente. Nella nostra lunga attività abbiamo avuto modo di restaurare organi messi molto, ma molto peggio. In questo periodo si è provveduto alla rimozione delle grandi canne ma l’effettivo smontaggio è previsto per settembre».




Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, indulgenza plenaria per chi la celebra

In occasione della quarta Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, istituita da Papa Francesco la quarta domenica del mese di luglio, e che avrà come tema “Nella vecchiaia non abbandonarmi”, la Penitenzieria Apostolica concede “l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) ai nonni, agli anziani e a tutti i fedeli che, motivati da vero spirito di penitenza e di carità, il 28 luglio 2024”, prenderanno parte “alle diverse funzioni che si svolgeranno in tutto il mondo”. Lo stabilisce un decreto firmato dal penitenziere maggiore, il cardinale Angelo De Donatis.

L’indulgenza plenaria, elargita, accogliendo la richiesta del cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, “al fine di accrescere la devozione dei fedeli e di procurare la salvezza delle anime”, potrà anche “essere applicata anche come suffragio alle anime del Purgatorio” e viene concessa anche ai fedeli che il 28 luglio “dedicheranno del tempo adeguato a visitare i fratelli anziani bisognosi o in difficoltà (come i malati, le persone sole, i disabili…)”.

Altresì, specifica il decreto, potranno ottenerla “premesso il distaccamento da qualsiasi peccato e l’intenzione di adempiere appena possibile le tre consuete condizioni, gli anziani malati nonché coloro che li assistono e tutti coloro che, impossibilitati ad uscire dalla propria casa per grave motivo, si uniranno spiritualmente alle funzioni sacre della Giornata Mondiale”, tutto ciò, “offrendo a Dio Misericordioso le loro preghiere, i dolori e le sofferenze della propria vita, soprattutto mentre le varie celebrazioni verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione”.

Perché “l’opportunità di conseguire la grazia divina” possa attuarsi più facilmente “per mezzo della carità pastorale”, la Penitenzieria Apostolica chiede “ai sacerdoti, muniti delle opportune facoltà per ascoltare le confessioni, di rendersi disponibili, con spirito pronto e generoso, alla celebrazione del Sacramento della Penitenza”.




“Giochiamoci i talenti”, iscrizioni aperte per la Scuola animatori a Cesenatico

Sono aperte le iscrizioni per “Giochiamoci i talenti”, la Scuola animatori a Cesenatico, presso la Casa Sant’Omobono, che la Federazioni oratori cremonesi propone per ragazze e ragazzi a partire dai 15 anni.

In programma dal 2 al 4 settembre, la Scuola animatori si sviluppa su due anni con due percorsi formativi differenti e complementari, rappresentando quindi una novità rispetto alle passate edizioni. «Si dedicherà tempo ad approfondire le motivazioni e lo stile dell’animazione in oratorio oltre che a sperimentare l’utilizzo di alcuni strumenti – spiegano dalla Federazione oratori – come il teatro, la danza, la musica, il gioco. E ci sarà occasione anche di godersi qualche momento al mare».

La quota di partecipazione è di 100 euro e comprende il viaggio in pullman e trattamento in pensione completa. Il termine per l’iscrizione, da effettuare tramite il form dedicato, è il prossimo 2 agosto.

Chi ha già partecipato a due edizioni, potrà invece iscriversi alla proposta “Talenti in gioco”, il laboratorio per animatori che si terrà presso il Seminario vescovile di Cremona il 5 e 6 aprile prossimi.

«Si tratta di una nuova proposta formativa destinata agli animatori che abbiano già frequentato due annualità della scuola animatori a Cesenatico (2022 e 2023 oppure 2023 e 2024)» continuano gli organizzatori. «Gli animatori saranno impegnati dal pomeriggio di sabato fino al tardo pomeriggio di domenica 6 aprile e coinvolti attivamente nella realizzazione di un evento di animazione diocesano».

Per ulteriori informazioni contattare la Federazione oratori ai numeri 0372 25336 e 377 2802851, o tramite mail all’indirizzo info@focr.it.




Estate ricca di proposte didattiche al polo dei Musei della Diocesi di Cremona

 

Anche d’estate il polo dei musei della Diocesi di Cremona offre un ricco programma di proposte didattiche rivolte a bambini e ragazzi, per avvicinarli alla cultura e alla storia locale attraverso esperienze coinvolgenti e formative. Iniziative che nei mesi di giugno e luglio hanno visto protagonisti i Grest e che nelle prossime settimane continueranno a coinvolgere centri estivi e altri gruppi organizzati, offrendo attività diversificate che coniugano divertimento e apprendimento.

Tra salite al Torrazzo e visite al Museo Diocesano, i giovani partecipanti hanno l’opportunità di vivere la cultura in modo attivo e coinvolgente, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze e scoprendo il valore del patrimonio storico e artistico locale. Con iniziative come queste, la Diocesi di Cremona dimostra il suo impegno nel promuovere la cultura e l’educazione tra le nuove generazioni, offrendo esperienze che lasciano il segno.

Attraverso laboratori interattivi e visite guidate, appositamente studiati per le diverse fasce d’età, i ragazzi esplorano le collezioni del museo e esprimono la propria creatività, realizzando opere ispirate ai capolavori esposti e approfondendo la conoscenza delle tecniche artistiche.

I gruppi che desiderano approfondire e chiedere maggiori informazioni riguardo le proposte possono scrivere a info@museidiocesidicremona.it o telefonare allo 0372-495082.




Franco Mugerli nuovo presidente dell’Associazione Corallo

Si è riunito il 22 luglio il Consiglio direttivo dell’Associazione Corallo – che rappresenta 216 emittenti (173 radio e 43 televisioni) e di cui anche TeleRadio Cremona Cittanova fa parte – per la nomina del nuovo presidente, a seguito della recente scomparsa di Luigi Bardelli. Al Consiglio ha partecipato anche il Segretario generale della CEI, l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi. Il Consiglio ha, quindi, nominato come presidente  Franco Mugerli, al quale vanno le più vive congratulazioni di Aeranti-Corallo.

Franco Mugerli, giornalista, ha operato nel settore radiotelevisivo iniziando a dirigere nel 1976 una radio locale in provincia di Milano dove è nato e abita con la famiglia. Nel CORALLO dalla fondazione nel 1981, è stato direttore, poi presidente (1986 – 1994).

È stato direttore dell’agenzia giornalistica radiotelevisiva News Press, dirigente dell’emittente Tv2000 e del circuito radiofonico InBlu, direttore di TER – Tavolo editori radiofonici (indagine sull’ascolto radiofonico in Italia), presidente di COPERCOM – Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione, presidente del Comitato Media e Minori presso il Ministero dello Sviluppo Economico, co-presidente della CERC – Conferenza Europea delle Radio Cristiane. Ha, inoltre, collaborato con riviste di settore; è stato membro di commissioni presso il Ministero PP.TT., la Presidenza del Consiglio dei Ministri Servizi Editoria, la Conferenza Episcopale Italiana.

Franco Mugerli ha ringraziato mons. Giuseppe Baturi e il Consiglio direttivo per la fiducia accordata e, ricordando l’amico Luigi Bardelli, ha richiamato il mandato affidato da Papa Francesco a Corallo e ad altri media ecclesiali nell’udienza del 23 novembre 2023:

«Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità…  La comunicazione è mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare i muri… Comunicare è formare. Comunicare è formare la società».

Mons. Giuseppe Baturi, ha sottolineato l’importanza e il valore dell’informazione che «da sempre dà voce alle comunità dei diversi territori, mostrandone la bellezza e la vitalità. La dimensione locale favorisce infatti quella prossimità, frutto di conoscenza intima e di un’esperienza condivisa, che permette di raccontare fatti e storie, costruendo legami e delineando orizzonti di senso».

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Corallo risulta ora così composto: Franco Mugerli (presidente); Alessia Caricato (direttore); Massimo Porfiri (tesoriere); consiglieri: Francesco Cavalli, Vincenzo Corrado, Sabina Ferioli, Italo Lunghi, Vincenzo Morgante e Daniele Morini. Per il Collegio dei revisori dei conti Francesco De Strobel (presidente), assieme a padre Salvatore Giardina e padre Francesco Giuseppe Mazzotta.

L’Associazione Corallo, insieme ad Aaeranti, costituisce Aeranti-Corallo.




Il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore speciale Ambasciata del Ghana

 

Un tempo, tra le sue sale, si muovevano i Farnese e gli Asburgo. Per quattro giorni – da giovedì 18 a domenica 21 luglio – Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore ha accolto il Consolato ghanese proveniente da Roma. In entrambi i casi ha svelato il suo irresistibile fascino ai suoi ospiti, dando onore alla loro presenza e prestigio alle visite di grandi personalità. Nel caso dell’iniziativa promossa e organizzata dall’Associazione Ghanese di Casalmaggiore è stato in modo eccezionale il luogo di atti ufficiali, quali il rilascio di passaporti e visti o traduzioni di documenti.

A metà luglio, grazie alla disponibilità delle Parrocchie di Casalmaggiore, il Palazzo Abbaziale è stato per quasi una settimana il centro di un progetto inedito e di grande rilevanza per il territorio, per l’occasione pacificamente invaso da cittadini di origini ghanesi provenienti da tutto il Nord Italia: più di 400 le persone arrivate in città per rifare, completare o aggiornare i propri documenti. Trento, Trieste, Cuneo, Milano, Torino: per qualche giorno il piccolo centro di Casalmaggiore è stato il grande punto di incontro di chi non ha occasione e opportunità per spostarsi nella capitale.

Bilancio positivo, insomma, dell’iniziativa ed enorme la soddisfazione di Samuel Appiah, presidente dell’Associazione Ghanese di Casalmaggiore, e di Michael Acquah, presidente della Cognai (Council of Ghanian National Associations in Italy). «È qualcosa di storico, un paese non grande come Casalmaggiore ha avuto l’opportunità di ospitare l’Ambasciata – ha detto Appiah –. Ringraziamo il parroco don Claudio Rubagotti per averci messo a disposizione l’edificio, il sindaco Filippo Bongiovanni e i volontari che ci hanno dato una mano». Tanta responsabilità ripagata da tanto orgoglio, come afferma Shantel Kankam, responsabile amministrativa dell’Associazione: «In pochissimo tempo siamo riusciti ad organizzare tutto e aver svolto questa attività in un palazzo così è stata una grande sorpresa. La prima volta sono rimasta a bocca aperta: non mi aspettavo tanta bellezza nascosta qui dentro».

Così il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore è tornato a (ri)vivere anche la sua funzione di ricevimento per occasioni significative, ospitando i funzionari dell’ambasciatrice Merene Benyah; sono stati presenti anche Nana Pomah, Regina Madre della cittadina di Dormaa, nella regione di Brong-Ahafo e figura di rilievo nel panorama politico locale, e George Kofie, collaboratore del Ministero ghanese.

Così per qualche giorno l’edificio ha svolto la funzione di un pubblico ufficio «utile per evitare viaggi lunghissimi ai nostri concittadini» afferma Appiah. E, rievocando il glorioso passato di questo luogo, valorizzare non solo le intenzioni burocratiche ma anche gli ambienti e le relazioni umane costruite al suo interno.

«Per me è importante sottolineare come l’alta ufficialità di persone ed azioni coinvolte meritava un luogo altrettanto importante delle parrocchie – ha raccontato il parroco don Claudio Rubagotti –. Quando siamo stati informati del progetto non ci aspettavamo infatti né il bacino di utenza né la sua rilevanza. Sono quindi felice che, da parte dei collaboratori del Consolato e dei visitatori, sia stata colta l’intenzione di onorare il lavoro da svolgere con la bellezza del luogo; oltre all’opportunità di avere un incontro ecumenico cristiano e interreligioso durante queste giornate».

I funzionari dell’ambasciata e gli organizzatori, infine, hanno chiesto un incontro conclusivo con il parroco, chiedendogli una benedizione particolare e ribadendo il loro apprezzamento alla comunità casalasca e delle parrocchie «per la grande ospitalità e gentilezza mostrata alla comunità ghanese e per la costruzione di legami duraturi».




Prorogata fino al 25 agosto la Mostra “Tratti” di Paolo Mazzini

In considerazione del grande successo di pubblico e critica, la mostra “Tratti” del fotografo cremonese Paolo Mazzini sarà prorogata fino al 25 agosto 2024. Curata da Valeria Loddo e promossa dalla Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con il Museo Diocesano di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine, la mostra è ospitata nella sala delle esposizioni temporanee del Museo.

Ogni fotografia del percorso espositivo cattura i lineamenti di uno stesso volto, rivelando le molteplici sfaccettature di una città ricca di storia, cultura e vita. Linee chiuse, intersezioni, bordi spezzati e curve armoniche sono le tracce che collegano idealmente i luoghi culturali di Cremona: la Cattedrale, il Torrazzo, il Museo Diocesano, il Museo del Violino, l’Auditorium Arvedi, il Museo Civico e il Museo Archeologico.

“Tratti” continuerà ad accogliere il pubblico per gran parte dell’estate, offrendo l’opportunità imperdibile di scoprire Cremona attraverso l’obiettivo di Paolo Mazzini e ammirare da una prospettiva inedita questi luoghi, riuniti per la prima volta in un progetto artistico comune.

È possibile visitare la mostra da martedì a domenica, la mattina dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 18. Il Museo sarà aperto anche giovedì 15 agosto. Per maggiori informazioni scrivere a info@museidiocesicremona.it o telefonare allo 0372-495082.

La mostra è parte del programma di eventi della Fondazione Potenza Tamini, in linea con la missione della Fondazione di sostenere giovani talenti creativi, che indagano il presente in una ricerca affine ai temi affrontati da Gianmaria Potenza.  Le strade dei due artisti si incrociano nel 2022, quando Mazzini fotografa i nuovi arredi sacri di Potenza per la Cattedrale di Cremona, dimostrando una particolare sensibilità nel cogliere la ricerca dello scultore veneziano dedicata alla luce. Per questo motivo, l’anno successivo la Fondazione lo sceglie come fotografo per gli scatti pubblicati sul libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”.  “Tratti” nasce dalla ricerca iniziata in quella serie di fotografie e porta avanti un’indagine approfondita sulla città di Cremona, invitando alla riflessione e alla riscoperta della vera anima della città.

 

PAOLO MAZZINI

Nato a Cremona nel 1986, Paolo Mazzini, lega alla sua città di origine i contenuti della sua prima mostra personale. Attraverso le sensibilità affinate nelle esperienze professionali di grafico editoriale, art director, ritrattista e fotoreporter, in “Tratti” espone una sintesi originale delle differenti modalità di approccio all’immagine nella sua forma estetica, narrativa e espressiva. Una complessità che si manifesta nella ricerca del dettaglio capace di descrivere e insieme interpretare ogni spazio come luogo di dinamica armonia.

Inaugurata “Tratti”, mostra fotografica di Paolo Mazzini: viaggio per immagini tra i luoghi dell’arte e l’invisibile Mistero