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In Cattedrale l’ultimo martedì di una scuola di preghiera che ciascuno deve continuare nella vita

L’ultimo appuntamento della scuola di preghiera in Cattedrale non è stata una conclusione, ma un nuovo inizio. Quello che chiede al credente che la propria preghiera nella quotidianità si faccia adorazione, ringraziamento, intercessione e supplica. Per questo la serata di martedì 29 ottobre non ha avuto un momento conclusivo, ma ha lasciato a ciascuno un tempo personale di preghiera, da non interrompere e proseguire nella vita di tutti i giorni.

L’icona evangelica scelta il 29 ottobre era quella di Maria sotto la croce. E lo sguardo era indirizzato da un lato proprio a Maria (con la statua della Vergine lauretana ancora presente in Duomo) e dall’altro al Crocifisso, posto davanti all’altare. Una croce, copia di quella che a Taizè caratterizza la preghiera dei giovani ogni venerdì sera, con un Cristo ritratto con colori scuri, a creare un legame ancora più evidente con l’immagine della Madonna Nera con il Bambino della Santa Casa di Sant’Abbondio.

Introdotta dal vescovo, la prima parte della serata è stata caratterizzata dalle richieste di perdono scritte da Papa Francesco per l’apertura del Sinodo: il Pontefice aveva chiesto di leggerle a sette cardinal; in Cattedrale il compito è stato affidato a sette parroci della città. «Chiedo perdono, provando vergogna», le parole continuamente ripetute e riferite a scandali e peccati che non vedono immune neppure gli uomini e le donne di Chiesa.

Anche in questo quinto appuntamento non è mancata la preghiera di dieci Ave Maria: il quinto mistero meditato in questa scuola di preghiera, completando così idealmente il Rosario che ha fatto da collegamento ai cinque martedì di ottobre.

Poi lo “Stabat mater” condiviso e rivissuto dai presenti secondo lo stile di Taizè, inginocchiandosi accanto alla Croce, distesa a terra, mentre in sottofondo il coro proponeva i canoni della comunità ecumenica. Un momento intenso, assaporando la spiritualità dell’abbandono. In un clima di preghiera proseguito a lungo, in modo personale e con la consapevolezza che, una volta usciti di chiesa, non si sarebbe chiusa una parentesi della propria vita di fede.

La scuola di preghiera è stata voluta per vivere a Cremona la conclusione dell’Anno della Preghiera voluto dal Papa e quella del IV Centenario del Santuario lauretano di Sant’Abbondio che il 31 ottobre, dopo la Messa delle 18 presieduta in Cattedrale dall’arcivescovo di Milano, vedrà i cremonesi riaccompagnare a casa l’immagine di Maria nella solenne processione verso la Santa Canta cremonese.




“Il Pozzo di Giacobbe” e “La Casa di Betania”: a novembre al via le proposte vocazionali

Con il mese di novembre riprendono le iniziative promosse in diocesi dalla Pastorale vocazionale: Il Pozzo di Giacobbe, un’esperienza residenziale per adolescenti che è occasione per vivere la quotidianità con un gruppo di coetanei; e La Casa di Betania, vera e propria esperienza di fraternità dedicata ai giovani maggiorenni. Iniziative ormai consolidate che vengono riproposte quest’anno con alcune novità pensate per una maggiore condivisione su tutto il territorio diocesano.

Il Pozzo di Giacobbe, infatti, raddoppia, con l’intenzione di avviare l’esperienza anche nella zona pastorale 5, a Roncadello, che andrà ad aggiungersi a quella già attiva da tempo nella casa parrocchiale del Migliaro, nella periferia della città di Cremona. Se in zona 5 il calendario è ancora in via definizione, già fissati gli appuntamenti a Cremona con il primo incontro dal 10 al 14 novembre.

Cambia anche la proposta della La casa di Betania, che anche in questo caso non sarà più legata semplicemente alla città di Cremona, ma si allargherà anche nelle altre zone pastorali. Si svilupperà così in tre diverse location: il 17 novembre nella casa parrocchiale del Migliaro, il 16 febbraio al Santuario di Brignano Gera d’Adda e il 4 maggio nella canonica di Roncadello.

Oltre a queste iniziative, prosegue la possibilità di incontri di animazione vocazionale nelle parrocchie, a cura di una équipe diocesana con un carattere sempre più “intervocazionale”, espressione cioè delle diverse vocazioni che vivono la comunità cristiana.

«La sfida vera – evidenzia don Francesco Fontana – sarà il tentativo di avvicinare giovani e adolescenti che si stanno interrogando sul tema della vocazione a tutto tondo, che non è intesa solo come consacrazione, ma come vita cristiana in dialogo con Dio» E conclude: «Quando parliamo di Pastorale vocazionale intendiamo l’idea di prendere sul serio la vita come risposta a Dio, incontrando e mettendosi in dialogo, e soprattutto in ascolto, con i giovani».

 

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Cammino sinodale delle Chiese in Italia: anche la delegazione diocesana dal 15 al 17 novembre la Prima Assemblea sinodale

Dal 15 al 17 novembre si terrà a Roma la Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, una delle tappe della “fase profetica”, ultimo tratto del Cammino sinodale nazionale. Nella Basilica di San Paolo fuori le mura si ritroveranno oltre mille delegati e Vescovi per confrontarsi sui Lineamenti, il testo che raccoglie i risultati finora raggiunti e propone alcune traiettorie pratiche.

Anche la Chiesa cremonese sarà presente con il vescovo Antonio Napolioni e i delegati diocesani per il sinodo: Diana Afman, il diacono permanente Walter Cipolleschi e suor Giulia Fiorani.

Secondo quanto stabilito dal Regolamento (disponibile, insieme a tutti i materiali, sul sito camminosinodale.chiesacattolica.it), partecipano all’Assemblea i Vescovi, i referenti diocesani (in proporzione al numero di abitanti della Diocesi), i componenti del Comitato del Cammino sinodale, i Direttori degli Uffici e Servizi della Segreteria Generale della CEI, alcuni esperti e invitati.

La Prima Assemblea sinodale è chiamata a lavorare sui Lineamenti per poi giungere allo Strumento di lavoro, in vista della Seconda Assemblea sinodale in programma, sempre a Roma, dal 31 marzo al 4 aprile 2025.

I Lineamenti si aprono con una lunga premessa che ripercorre le fasi “narrativa” e “sapienziale”, presentando i primi frutti della “fase profetica”, alla luce della visione ecclesiologica del Concilio Vaticano e della ricezione delle prospettive conciliari da parte del magistero petrino e delle Chiese in Italia. I capitoli si articolano attorno a tre nuclei: il rinnovamento della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali; la formazione alla fede e alla vita; la corresponsabilità. Il tutto nell’orizzonte missionario, nello stile della prossimità.

Il documento traccia le condizioni di possibilità perché le comunità ecclesiali siano più snelle, più missionarie e più accoglienti. In quest’orizzonte, si è delineata la necessità di operare sul terreno della cultura e dei linguaggi, nell’ambito dell’iniziazione cristiana e della formazione, sul versante della corresponsabilità e della trasparenza.

L’Assemblea si aprirà venerdì 15 novembre con gli interventi del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, e di Erica Tossani, della Presidenza del Comitato nazionale del Cammino sinodale. La relazione principale è affidata a mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Sarà invece Pierpaolo Triani, della Presidenza del Comitato a presentare le modalità di lavoro.

La giornata di sabato 16 sarà dedicata al confronto nei tavoli sinodali. Alle 15 è prevista la Lectio sull’icona biblica a cura di don Dionisio Candido, responsabile dell’Apostolato biblico della CEI, mentre alle 18.30 è in programma la celebrazione dei Vespri e la preghiera per le vittime di abusi.

Domenica 17, dopo la presentazione dei lavori dei tavoli sinodali, il card. Zuppi e mons. Castellucci concluderanno l’incontro, affidando quanto emerso alle Diocesi. Alle 12.30 si terrà la Celebrazione eucaristica.

«Il tema del Cammino sinodale – spiega Mons. Castellucci in uno dei video che accompagnano la preparazione dell’Assemblea – è l’orizzonte missionario nello stile della prossimità. Abbiamo vissuto tre anni di lavoro nelle Diocesi attorno alla parola “missione”: non si tratta di ritoccare meccanismi interni, di rivedere spazi e tempi, ma di rispondere a ciò che ci viene chiesto dalla società. Siamo in una società pluralista, in un tempo particolare, usciti dalla pandemia che lascia ancora degli strascichi, in un momento in cui le persone perdono la speranza. Noi cristiani dobbiamo rispondere a chi ci domanda ragione dalla speranza che è in noi».




Madonna lauretana a Cremona, una devozione che attraversa i secoli

È un legame continuo e profondo quello che lega i cremonesi alla Madonna lauretana. Una storia di devozione che si snoda dal 1624 (anno di fondazione della Santa Casa in Sant’Abbondio) fino ad oggi. Senza interruzione.

Lo testimoniano i documenti d’archivio e le cronache di manifestazioni, processioni, celebrazioni solenni raccontate da Angela Bellardi, presidente della Società storica cremonese, già direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona, il pomeriggio del 28 ottobre al Centro pastorale diocesano di Cremona. L’occasione è stata il quarto incontro della rassegna ideata dalla Parrocchia di Sant’Abbondio, in collaborazione con la Società storica cremonese, per sottolineare i 400 anni della fondazione della copia cremonese della Casa di Nazareth. Un ciclo particolarmente apprezzato dai cremonesi che, anche in questo caso, hanno riempito tutti i posti a sedere di sala Spinelli.

A introdurre la relatrice sul tema “Feste, ricorrenze e manifestazioni della devozione popolare dal 1630 alla metà del XIX secolo” è stato, don Andrea Foglia, in duplice veste di storico e parroco di Sant’Abbondio.

«I documenti presenti nell’archivio parrocchiale, in quello diocesano e in quello di Stato non sono numerosi. Bisogna far riferimento allo scritto del padre teatino Francesco Mazzetti – ha spiegato Bellardi – che racconta le solenni celebrazioni». Prima fra tutte la traslazione della statua della Madonna dalla Cattedrale a Sant’Abbondio il 1° maggio del 1624 (rito tutt’oggi ripetuto). A questo evento fecero seguito fenomeni importanti di devozione popolare e racconti di episodi miracolosi illustrati anche in parecchie tavolette ex voto. Ed è su questi quadretti che si vede una statua “vestita” così come è stata recentemente sistemata l’effige che da tanti anni invece era senza l’abito per lei pensato.

Tanta devozione dunque nel 1624, cui seguono anche tante concrete testimonianze di affetto fatte di doni preziosi (catenine, anelli con diamanti) su cui la comunità vuole vegliare nominando tre nobili cittadini quali controllori dell’uso che i teatini facevano di questi beni. Ma il controllo non basta: il nobile Giovan Pietro Ala nel 1625 si rivolge ai decurioni (con un discorso di cui oggi abbiamo traccia scritta) perché non siano solo i singoli cittadini a donare, ma anche la comunità civile intera è opportuno che mostri riconoscenza alla Vergine. E tale discorso sortirà anche un calice d’oro per la Madonna (di cui però non si hanno tracce). Tutta la città, dunque, attraverso i Teatini e le celebrazioni della prima domenica del mese, mostra la sua attenzione alla Vergine e in più occasioni una profonda riconoscenza per averli protetti da cataclismi ed epidemie.

Una prima incoronazione solenne della Vergine avviene nel 1624; ne seguirà una ancor più sfarzosa nel 1634 con il dono, da parte della comunità cittadina, di una corona non ritenuta all’altezza e quindi resa ancor più ricca e sfarzosa grazie alle offerte dei fedeli. Anche perché, secondo i racconti, si doveva alla Madonna la fine della peste del 1630 che tanto aveva mietuto morte (compresa quella del nobile Ala che aveva voluto la Santa Casa ed è sepolto presso la stessa).

Poi la devozione nel tempo si affievolisce, riprendendo corpo nel 1711 quando «il Consiglio generale della città accoglie le richieste dei Teatini di ripresa del culto», ha spiegato Bellardi. Tante piccole tappe di storia mariana conducono al 1732, anno della nuova solenne celebrazione di incoronazione per mano del vescovo Alessandro Litta. Stesso anno in cui anche l’altare della Santa Casa subirà un ammodernamento con l’opera firmata dall’artista cremonese Giambattista Zaist.

E da qui, tra documenti e cronache (firmate a fine 1700 e inizio 1800 anche dal sagrestano del Duomo Luigi Corsi) viene fuori un rapporto sempre stretto ma tribolato tra il Comune e la Parrocchia, spesso in cerca di fondi per sovvenzionare la decorazione del Duomo e della Santa Casa, insieme alle sfarzose processioni. I Teatini prima e la Parrocchia poi chiedono aiuti economici, la comunità civile presta ma vuole indietro in un “tira e molla” dove le offerte dei fedeli colmano i bisogni finanziari. Resta un punto fermo: una devozione cittadina per “una Vergine protettrice” mai dimenticata.

Da ricordare l’arco posto a cavallo del vicolo lauretano di cui non si hanno documenti prima del 1851, anno in cui il Comune (pur non concedendo fondi ma chiedendo sempre suppliche alla Vergine) dette il benestare alla fabbriceria per il restauro della tavola su rame appesa all’apertura del vicolo.

Prossimo e ultimo appuntamento mercoledì 6 novembre (sempre alle 17 al Centro pastorale diocesano di Cremona) con il curatore del Museo diocesano di Cremona, Stefano Macconi, che focalizzerà l’attenzione su “Un nucleo unitario di ex voto: le tavolette dipinte, nella prima metà del XVII secolo”.

Il IV Centenario del santuario lauretano si concluderà ufficialmente giovedì 31 ottobre con la Messa presieduta alle 18 in Cattedrale dall’arcivescovo Mario Delpini, cui seguirà la processione con la statua della Madonna nera alla Santa Casa di Sant’Abbondio [per saperne di più cliccare qui].

 

 

Don Foglia con la storia della Santa Casa di Sant’Abbondio ha aperto il ciclo di incontri promosso da Parrocchia e Società storica cremonese

Giovan Pietro Ala e la Santa Casa di Cremona nella conferenza del prof. Emilio Giazzi

San Giuseppe custode della casa di Nazareth

Stabat Mater, a Sant’Abbondio la meditazione della teologa Isabella Guanzini

 




A un anno dalla morte il ricordo del professor Angelo Rescaglio

 

Con il sincero ricordo dei tanti amici di una vita, a un anno dalla morte, è stata commemorata la figura del professor Angelo Rescaglio. L’incontro si è svolto a Cremona, nel teatro “Contardo Ferrini” della parrocchia di Sant’Agata, nel pomeriggio di lunedì 28 ottobre.

A moderare l’incontro Franco Verdi, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona, promotrice dell’evento, che ne ha ripercorso la biografia, tracciando alcuni profili che hanno caratterizzato la vita impegnata in molteplici campi delle attività umane: intellettuale, animatore culturale, laico ed educatore.

«L’Anpc entra nell’ultima parte della sua vita e chiude in modo ricapitolativo un’esperienza più vasta», ha voluto ricordare Verdi.

Rescaglio nella sua vita ha ricoperto diversi ruoli e incarichi: umanista, è stato docente presso il liceo scientifico Aselli di Cremona e presidente del comitato cremonese della Società Dante Alighieri; giornalista, è stato collaboratore del settimanale diocesano La Vita Cattolica per oltre cinquant’anni; politico, è stato senatore della Repubblica nella XIII Legislatura; laico impegnato in ambito ecclesiale, è stato presidente diocesano dell’Azione Cattolica cremonese. Senza naturalmente dimenticare il suo ruolo di presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona.

Commovente il ricordo del pittore Graziano Bertoldi, socio Anpc, che ha presentato la sua ultima opera: un ritratto dell’amico Angelo Rescaglio. «Per lui – ha detto il pittore cremonese – l’arte era stimolo per la persona e per la società, per andare al di là dell’utile abituale: oggi lo ricordiamo perché ha lasciato un segno di bontà e questo mio dipinto rappresenta il suo volto che illumina il destino del mondo».

Presente anche Luca Burgazzi, assessore con delega a turismo, espressività giovanile e associazionismo del Comune di Cremona, che ha voluto contribuire al ricordo di Rescaglio: «Il suo era un messaggio di speranza nel coltivare quei valori che lui ha sempre seguito, la Resistenza e il Cattolicesimo nelle istituzioni democratiche: nella sua mitezza era un ribelle e l’augurio è che anche noi possiamo essere ribelli, un grande atto di coraggio di cui la nostra società ha bisogno».

A caratterizzare l’incontro anche il ricordo di Luisa Tinelli, amica di Rescaglio, collega all’Aselli e insieme nell’impegno in AC, che ha sottolineato come egli fosse «uomo di cultura non solo perché colto, ma perché partecipa alla formazione della comunità in un certo modo: ha ricoperto le cariche più alte, fino ad essere eletto senatore, ma per tutti è sempre rimasto “il professore”».




Pombioli Augmented Experience, all’Oratorio di Calvenzano un progetto culturale che abbatte le barriere

Rendere fruibili a un numero sempre maggiore di persone, anche quelle con diversabilità, i pregi artistici dell’Oratorio dell’Assunta di Calvenzano. È lo scopo del progetto “Pombioli Augmented Experience” (dal nome del pittore cremasco Tommaso Pombioli, autore dei preziosi affreschi seicenteschi che ornano l’interno della chiesetta), in corso di realizzazione e che prevede la creazione di percorsi di visita inclusivi, integrati con quello tradizionale, adatti a persone con diversabilità anche cognitive e intellettive complesse.

Il piccolo luogo di culto situato in via Misano è uno dei quattro siti lombardi selezionati, ritenuti idonei a ricevere un contributo di 10mila euro al bando Fai-Intesa Sanpaolo “I Luoghi del Cuore” del 2023 insieme ad altri diciannove progetti in altre dodici regioni italiane. L’intento del progetto in questione, presentato dalla Parrocchia in collaborazione con il Fai Bassa Bergamasca ed altre realtà istituzionali e del volontariato di Calvenzano e del territorio, è un ampliamento dell’offerta di visita, mirato a coinvolgere le molte realtà locali che si occupano di persone con disabilità in un’ottica di accessibilità, inclusività e fruibilità multimodale dell’arte.

Il nuovo percorso di visita si affiancherà a quello tradizionale mediante la realizzazione di supporti fisici e digitali facilmente e autonomamente fruibili da persone con diversabilità. Nello specifico saranno realizzati: un modellino 3D e una planimetria in rilievo del bene posti su un pannello introduttivo della storia della chiesa in caratteri ad alta leggibilità e traduzione in braille, delle tavolette tattili in rilievo con le sei scene più interessanti degli affreschi del pittore Tommaso Pombioli corredate da una didascalia in font ad alta leggibilità e traduzione in braille, degli olfattori contenenti essenze e profumazioni rievocative dei cicli pittorici della chiesa, un video con la narrazione del bene abbinato alla traduzione in lingua dei segni che potrà fungere da guida per ciechi e non udenti, fruibile tramite QR code e Tag di segnalazione posti sul pannello introduttivo e sulle tavolette tattili, dei libretti cartacei in Comunicazione Aumentativa Alternativa volti a raccontare i passaggi salienti della vita di Maria e le scene raffigurate negli affreschi, e racconti brevi per i più piccoli. Il tutto è stato possibile grazie al confronto e alla collaborazione con la sezione provinciale di Bergamo dell’Ente Nazionale Sordi e con la sezione territoriale di Bergamo l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

«Oltre a raggiungere il più ampio spettro possibile di visitatori – spiega Pierangela Giussani, capogruppo del Fai Bassa Bergamasca – grazie al nuovo percorso di visita sarà possibile per tutti vivere un’esperienza piacevole a contatto con l’arte, con stimoli sensoriali con i quali sperimentare diversi approcci comunicativi. La visita diventerà così un’occasione di condivisione, di incontri e di scambi reciproci, che migliorano la qualità dell’esperienza delle persone e favoriscono la crescita di una cultura sempre più inclusiva».

!Un bel progetto – aggiunge don Franco Sudati, parroco di Calvenzano – che aumenta la fruibilità di un patrimonio artistico che non tutti conoscono e che nasce da una positiva sinergia fra la parrocchia ed altre realtà del territorio».




A Castelleone torna il “Novembre sociale” con tre incontri dedicati all’Intelligenza Artificiale

Torna a Castelleone l’iniziativa del “Novembre sociale”, con la quale il prossimo novembre la Parrocchia Ss. Filippo e Giacomo intende approfondire il tema dell’intelligenza artificiale, di estrema attualità e in merito al quale Papa Francesco nel 2024 ha deciso di dedicare sia la Giornata mondiale della pace che la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Tre gli appuntamenti, in programma il prossimo novembre presso l’Oratorio di Castelleone con esperti qualificati che guideranno in un viaggio all’interno di questo tema di grande peso ed attualità. Il taglio degli incontri non intende limitarsi agli aspetti tecnologici e scientifici, ma vuole aiutare a riflettere sulle implicazioni che l’Intelligenza Artificiale ha nella comprensione che l’uomo ha di sé, della propria vita e del mondo, esplorando gli ambiti che interrogano l’umano e suscitano questioni etiche.

Primo appuntamento domenica 3 novembre alle 17.45 con il filosofo Silvano Petrosino, professore ordinario di Antropologia filosofica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che affronterà il tema “La razionalità umana: tra ragione e intelligenza”

Lunedì 11 novembre alle 20.45 don Luca Peyron parlerà de  “Lo spazio che ci è dato: vivere e credere al tempo dell’intelligenza artificiale”. Il sacerdote della diocesi di Torino coordina il Servizio per l’Apostolato digitale ed è membro del Consiglio scientifico dell’Humane Technology Lab dell’Università Cattolica.

Infine, domenica 24 novembre alle 17.45 sotto la lente ci saranno “IA e robotica: dinamiche psicologiche e sfide applicative” grazie all’intervento di Federico Manzi, ricercatore di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione della Facoltà di Scienze della Formazione e impegnato nel Centro di ricerca sulla teoria della mente e competenze sociali nel ciclo di vita del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

«Nella fase storica che stiamo vivendo – spiegano gli organizzatori – si tratta davvero di un argomento cruciale. I campi di applicazione dell’IA sono innumerevoli e notevoli: l’editoria, l’istruzione, la domotica, l’industria automobilistica, la medicina diagnostica e terapeutica, solo per fare alcuni esempi. Per questa ragione l’interesse nei suoi confronti è in crescita, così come, tuttavia, anche la preoccupazione che essa possa impattare negativamente nella nostra vita, poiché come tutte le scoperte, non è scevra da rischi di diverso tipo. Inoltre, non disgiunta dal tragico moltiplicarsi delle guerre, assistiamo alla crescita esponenziale di strumenti digitali, non solo di natura bellica, che hanno il potenziale di cambiare in brevissimo tempo le vite di interi popoli, di mettere a rischio la sopravvivenza dell’umanità e di porre in pericolo il nostro pianeta. Tali mezzi, spesso, sono pericolosamente creati per lavorare in modo autonomo e anonimo e quindi per sottrarsi a qualsiasi tipo di controllo».

«Pertanto – proseguono gli organizzatori – come il Papa ha sottolineato nel suo Messaggio: “L’immensa espansione della tecnologia deve essere accompagnata da un’adeguata formazione alla responsabilità per il suo sviluppo”. Proprio il Pontefice chiede di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, affinché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune. Chiede anche di estendere la riflessione etica al campo dell’educazione e del diritto, affinché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo. È quindi necessaria, ad opera di tutti, una approfondita conoscenza della materia con l’obiettivo, da un lato, di evitare demonizzazioni, ma ponendo dall’altro l’accento sulle scelte personali e sociali che portino ad utilizzare l’intelligenza artificiale come risorsa, anche attraverso una adeguata regolamentazione».

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Capolavori da collezione: il 30 ottobre al Museo diocesano l’inaugurazione della mostra “Da Neri di Bicci a Piccio”

Sarà inaugurata mercoledì 30 ottobre alle 17 al Museo diocesano di Cremona la mostra “Capolavori da collezione. Da Neri di Bicci a Piccio”, opere a tema religioso da una collezione privata cremonese che si potranno ammirare sino al 12 gennaio 2025 nella sala delle esposizioni temporanee del museo.

Si tratta di una straordinaria esposizione di opere d’arte religiose selezionate da una prestigiosa collezione privata cremonese, di cui si presentano solo le opere a tema religioso, con l’auspicio che esse possano, in futuro, divenire proprietà permanente del Museo Diocesano. Quindici dipinti, disposti in ordine cronologico dal XV al XIX secolo.

I lavori esposti si distinguono per la loro varietà stilistica e iconografica, ma condividono tutti un alto livello qualitativo, frutto di una selezione meticolosa e di grande gusto estetico.

Tra gli artisti presenti, spiccano figure di rilievo come Neri di Bicci, Sigismondo Coccapani, Moretto, Langetti, Piccio e Giacomo Trecourt, oltre a un significativo nucleo di opere di maestri cremonesi.

La raccolta va ben oltre i confini locali, includendo opere provenienti da ambiti bresciani, genovesi e fiorentini, fino agli artisti formatisi presso l’Accademia Carrara di Bergamo.

Questa esposizione rappresenta anche un’opportunità per approfondire il tema del collezionismo, un fenomeno che ha contribuito a preservare e tramandare nel tempo opere di inestimabile valore, offrendo uno sguardo privilegiato su una raccolta di “piccoli tesori”. La mostra si propone come un evento di rilievo, perfetto per chiudere in bellezza il 2024 e aprire il nuovo anno.

Il Museo diocesano di Cremona è aperto al pubblico da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. Ulteriori informazioni telefonando allo 0372-495082 o scrivendo a info@museidiocesicremona.it.




La Rosa di S. Rita, disponibile il secondo numero del periodico della chiesa di Trecchi

È uscito il secondo numero del 2024 del periodico La Rosa di S. Rita, il foglio di informazione e collegamento dei fedeli, devoti, pellegrini, amici di S. Rita. Il periodico, spedito a tutti gli iscritti all’Associazione Amici di Santa Rita, è disponibile per quanti lo desiderano presso l’omonima chiesa di via Trecchi a Cremona.

L’Associazione sta predisponendo il tradizionale calendario di S. Rita. Il nuovo calendario 2025, nella tradizione di un oggetto di uso quotidiano, oltre a richiamare le tappe ufficiali delle celebrazioni del prossimo Giubileo 2025, offre brevi riflessioni mensili intonate alla Speranza con l’intento di aiutare a coltivare questa virtù umana e cristiana. Un suggerimento per portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace. Il calendario sarà disponibile presso la Sagrestia dal mese di dicembre.

 

Scarica il secondo numero 2024 di “La Rosa di S. Rita”

 

ORARIO INVERNALE DELLE CELEBRAZIONI

Con il 1° novembre entra in vigore a Santa Rita l’orario invernale delle celebrazioni. Novità per le Messe festive: in accordo con l’unità pastorale Cittanova e consultati i fedeli, la domenica e nei giorni festivi vi sarà una sola celebrazione alle ore 9.30. Rimane invariato l’orario della messa vespertina del sabato alle ore 17.30.




Sanità, padre Bebber (Aris): «Bene parole ministro Schillaci su nostre strutture accreditate. Pronti a mettere a disposizione agende per abbattere liste d’attesa»

«Non sono un ideologo e per questo dico che chi ideologizza il privato convenzionato non si rende conto di quanto sia impensabile abolirlo. Chiariamo un concetto: in Italia oggi non ne possiamo fare a meno e nessuno potrà cancellarlo». Lo ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci parlando della questione liste d’attesa, in margine ad una iniziativa politica dell’area governativa, ”Due anni di governo Meloni. L’Italia torna a correre”. In un’intervista rilasciata a un quotidiano nazionale toscano, Schillaci ha infatti evidenziato, tra l’altro, proprio il ruolo della sanità convenzionata nel sistema salute del Paese.

«Nel leggere le parole del ministro Schillaci – commenta padre Virginio Bebber, camilliano presidente dell’Associazione che riunisce le istituzioni socio-sanitarie cattoliche (Aris) – ho visto finalmente aprirsi uno spiraglio nel buio dell’atavica diffidenza che, ispirata da certe correnti ideologiche, circonda la sanità d’ispirazione cattolica convenzionata e non profit, come poi tutta la sanità privata convenzionata».

Padre Virginio Bebber

«Sono anni – aggiunge il superiore di San Camillo, a Cremona – che ci sforziamo di far capire che il ruolo delle nostre strutture socio-sanitarie accreditate, e non profit per statuto identitario, fanno parte integrante, per legge mai abrogata, del Ssn, dunque svolgono un ruolo pubblico a tutti gli effetti. Dunque sono aperte a tutti i cittadini alle stesse condizioni del pubblico. Questa forse è la prima volta nella storia che un ministro della Salute ha la forza e il coraggio di dichiararlo pubblicamente e di far capire quanto sia essenziale il nostro contribuito nell’assistenza dei cittadini».

E per quanto riguarda «l’abbattimento delle liste d’attesa – conclude il presidente Aris – potremmo fare ancora molto di più, se solo ce ne dessero l’opportunità. Naturalmente, come chiesto dal ministro, siamo pronti a mettere a disposizione le nostre agende». «Il privato convenzionato – aveva infatti precisato Schillaci nell’intervista – deve mettere a disposizione le sue agende. È uno dei criteri per l’accreditamento. Basta dare regole chiare e trasparenti. A mio giudizio le liste d’attesa sono un fenomeno dovuto a una cattiva organizzazione».