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Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: il 21 gennaio veglia ecumenica a Sant’Abbondio

“Credi tu questo?” (Giovanni 12, 26) è il tema su cui si incentrerà la preghiera della Veglia ecumenica che si terrà a Cremona la sera di martedì 21 gennaio, alle 21, nella chiesa di Sant’Abbondio.

«L’iniziativa – spiega don Federico Celini, incaricato diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso – è svolta in sinergia tra le confessioni cristiane presenti sul territorio ed è inserita organicamente nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che anche quest’anno nell’emisfero settentrionale si celebra dal 18 al 25 gennaio, non molto tempo dopo la festa, per molte tradizioni cristiane, del Battesimo del Signore. In altre parti del mondo, invece, la Settimana di preghiera ricorre nel periodo di Pentecoste, quando si commemoriamo la nascita della Chiesa e siamo impiegati come pietre vive nel Corpo di Cristo».

La Veglia ecumenica del 21 gennaio a Cremona vedrà la presenza del vescovo Antonio Napolioni in rappresentanza dalla Chiesa Cattolica, del pastore Nicola Tedoldi per la Chiesa Metodista di Parma–Mezzani e dei padri Gabriel Pandrea e Constantin Munteanu della Chiesa Ortodossa Romena. Parteciperà anche don Gabriel Ionut Giurgica, assistente spirituale della comunità cattolica romena di Cremona.

La scelta del tema che accompagna la Settimana quest’anno è stata affidata dal Dicastero per la promozione dell’Unità dei Cristiani alla Comunità Monastica di Bose, monastero ecumenico di fratelli e sorelle situato in Piemonte. E come di consueto, un gruppo internazionale nominato congiuntamente dallo stesso Dicastero e dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese ha lavorato sul materiale insieme ai redattori, per finalizzarlo.

«C’è da sottolineare il fatto – precisa don Celini – che il 2025 segna il 1.700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea. Questa commemorazione offre un’occasione unica per riflettere e celebrare la fede comune dei cristiani, così come è stata espressa nel Credo formulato in quel Concilio. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 è un forte invito ad attingere a tale eredità comune e ad approfondire la fede che unisce tutti i cristiani».

Come si legge nella presentazione della Settimana, redatta ad opera del Dicastero per la promozione dell’Unità dei Cristiani, il testo del Credo predisposto per la Celebrazione ecumenica è il Credo niceno-costantinopolitano normalmente utilizzato durante le Assemblee generali del Consiglio ecumenico delle chiese e altri eventi ecumenici.

“Nel riferirsi allo Spirito Santo – viene precisato nel testo – questa versione omette l’espressione Filioque (e il Figlio) dopo la frase che procede dal Padre. Questa espressione, infatti, non era nel testo originale del Credo adottato al Concilio di Nicea (325 d.C.) né in quello adottato al Concilio di Costantinopoli nel 381 d.C., ma fu aggiunta in Occidente nel VI secolo per sottolineare la divinità del Figlio di fronte all’eresia ariana”.

«Tale inserimento – ricorda l’incaricato diocesano per l’Ecumenismo – per molti secoli è stato causa di dispute tra Oriente e Occidente e oggetto di importanti discussioni ecumeniche negli ultimi decenni. Parimenti, nel riferirsi al Figlio, la versione scelta omette anche l’espressione Deum de Deo (Dio da Dio) in riferimento al Figlio, che era originariamente inclusa nel Credo di Nicea, ma espunta nella versione adottata a Costantinopoli nel 381».

Riprende, infatti, il Dicastero: “Un documento del 1981 della Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese, di cui la Chiesa Cattolica è membro a pieno titolo, raccomanda ‘che la forma originale del terzo articolo del Credo, senza il Filioque, sia ovunque riconosciuta come quella normativa e ripristinata, in modo che tutto il popolo cristiano possa, in questa formula, confessare la sua fede comune nello Spirito Santo”.

Così, mentre l’espressione Filioque resta  nella  tradizione liturgica della Chiesa latina e di alcune altre Chiese occidentali, tuttavia generalmente si omette quando si recita il Credo negli incontri ecumenici tra il Vescovo di Roma e i vari capi delle Chiese Orientali.

Al proposito, un documento cattolico del 1995 dichiara: “La Chiesa cattolica riconosce il valore conciliare e ecumenico, normativo e irrevocabile, quale espressione dell’antica fede comune della Chiesa e di tutti i cristiani, del simbolo professato in greco dal II Concilio ecumenico a Costantinopoli nel 381. Nessuna professione di fede propria ad una tradizione liturgica particolare può contravvenire a tale espressione di fede insegnata e professata dalla Chiesa indivisa”.

 

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Insegnamento religione cattolica: Cei, “ritrovare la fiducia e il coraggio di aprire le famiglie e le scuole a nuovi orizzonti”

“Cogliamo l’occasione per invitarvi ad accogliere questa possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo”. Così la Presidenza della Conferenza episcopale italiana si rivolge a studenti e genitori nel messaggio per la scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc) nell’anno scolastico 2025/26.

Il testo si collega al Giubileo del 2025, dedicato al tema “Pellegrini di speranza”, che rappresenta, secondo i vescovi, “un evento dai forti significati non solo religiosi, ma anche culturali e sociali, a conferma di come il messaggio cristiano parli all’uomo di oggi non meno di quanto abbia inciso in passato”.

“La speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola”, prosegue il messaggio, che sottolinea il ruolo cruciale dell’Irc nel sostenere il dialogo su temi come la dignità umana, la giustizia e la salvaguardia del creato: “Testimoni di speranza sono infatti i docenti di religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde”.

La Cei esprime gratitudine agli insegnanti e conclude con un invito: “Il cammino dei prossimi mesi – anche grazie all’Irc – ci aiuti a ritrovare la fiducia e il coraggio di aprire le famiglie, le scuole e tutte le comunità a nuovi orizzonti di collaborazione e di speranza”.

Riccardo Benotti (AgenSir)

 

IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO

Cari studenti e cari genitori,

è vicino il momento in cui dovranno essere effettuate le iscrizioni al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, un appuntamento che comprende anche la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (Irc). Cogliamo l’occasione per invitarvi ad accogliere questa possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo.

Mentre vi scriviamo, muove i primi passi il Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare al tema “Pellegrini di speranza”. Si tratta di un evento dai forti significati non solo religiosi, ma anche culturali e sociali, a conferma di come il messaggio cristiano parli all’uomo di oggi non meno di quanto abbia inciso in passato nella storia e nella cultura nazionale e mondiale. Il Giubileo, infatti, è tra le altre cose sinonimo di riconciliazione, di pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del creato, beni essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno.

Il tema della speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di vita e si pongono le basi delle future responsabilità. Quale speranza dà senso all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di speranza? E ancora, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, come sostenere la necessità di «un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine» (Spes non confundit, 9)? Sono domande a cui la scuola non può essere estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della religione cattolica.

Testimoni di speranza sono infatti i docenti di religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni.

Il cammino dei prossimi mesi – anche grazie all’Irc – ci aiuti a ritrovare la fiducia e il coraggio di aprire le famiglie, le scuole e tutte le comunità a nuovi orizzonti di collaborazione e di speranza.




«Una comunità unita nel dialogo con Dio»: si è conclusa la visita pastorale a Calvenzano che ha conferito al Vescovo la cittadinanza onoraria

 

«Immergiamoci, come fece Gesù, nel dialogo con Dio e nella preghiera». Con questa raccomandazione, espressa nell’omelia pronunciata nel corso della Messa conclusiva, celebrata nella mattinata di domenica 12 gennaio nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il vescovo Antonio Napolioni ha terminato la sua visita pastorale nella parrocchia di Calvenzano.

La tre giorni in terra bergamasca, prima tappa di questo sesto anno di visita nelle zone della diocesi, è iniziata venerdì mattina con la visita alla scuola materna dove il vescovo, e assieme a lui il parroco don Franco Sudati che lo accompagnava, è stato accolto in un clima di allegria che nessuno sa creare come sanno i più piccini.

Da lì in poi il vescovo ha incontrato tutte le realtà calvenzanesi, a cominciare dal mondo del lavoro per proseguire con gli ammalati, i ragazzi ed i giovani in oratorio, l’imprenditoria locale, il volontariato, che nel tessuto di Calvenzano ricopre un ruolo ancora fondamentale, la casa-albergo Maria Immacolata, dov’era stato non più tardi di un mese fa in occasione della festa dell’Immacolata Concezione coincisa anche con il 70° compleanno dell’istituzione voluta da Battistina Viganò, la “signorina”, che ha dedicato la sua vita nello spendersi per il prossimo, ed il Consiglio comunale in riunione straordinaria. Quest’ultimo, sabato mattina, gli ha riservato una gradita sorpresa votando all’unanimità la proposta del sindaco Fabio Ferla “di conferimento al vescovo di Cremona Antonio Napolioni della cittadinanza onoraria di Calvenzano”. «Il Consiglio comunale onora lei conferendogli la cittadinanza e lei onora noi della sua presenza», ha commentato il primo cittadino. Con i ringraziamenti, il vescovo Napolioni ha colto l’occasione per proporre una riflessione sulla necessità di stringere alleanze per il bene della comunità: «Non basta più – ha spiegato – guardare indietro, guardare alla fierezza delle tradizioni, che pure a Calvenzano sono ben salde. I paesi e le parrocchie del futuro prossimo dovranno essere un Noi aperto a tanti altri Noi e la figura del parroco, nello specifico, non potrà più essere vista come quella dell’uomo solo al comando».

Detto della raccomandazione fatta dal vescovo ai fedeli nella messa finale di ieri, valga per i calvenzanesi il saluto espresso a fine celebrazione da don Franco. «Abbiamo bisogno della presenza del nostro vescovo – ha affermato il parroco – e della sua energia affinché la nostra fede diventi speranza. Il cristiano ha bisogno dell’incontro, senza il quale la sua fede impallidisce. Faremo tesoro dei suoi insegnamenti e questa visita pastorale ci dia testimonianza di essere una comunità felice di camminare nella fede».

 

Il video integrale della Messa conclusiva

Visita pastorale, il 10 gennaio la prima tappa a Calvenzano: ecco il programma

 




Il 18 gennaio a Cremona nel ricordo di don Mazzolari una riflessione sul carcere e la giustizia con l’ex magistrato Gherardo Colombo e il cantautore Omar Pedrini

Ogni anno a Cremona, in occasione dell’anniversario della nascita di don Primo Mazzolari (avvenuta proprio nella periferia della città, al Boschetto, 13 gennaio 1890), viene offerta un’occasione di riflessione culturale su una delle tematiche che hanno caratterizzato la vita e il messaggio del parroco di Bozzolo, di cui è in corso la causa di beatificazione. Quest’anno l’appuntamento sarà incentrato sul tema del carcere e della giustizia con la presentazione, nel pomeriggio di sabato 18 gennaio, alle 16.30 presso la Sala della Consulta del Comune di Cremona, del libro “Oltre le sbarre, il Fratello”, curato dai sacerdoti cremonesi don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, rispettivamente postulatore e vicepostulatore della causa di beatificazione, e pubblicato grazie al contributo della Cooperativa “A Passo d’uomo” e della Fondazione Cariplo.

Nell’anno giubilare, il tema della giustizia è quanto mai attuale, ma va visto con la lente della misericordia e della redenzione nei confronti di quanti hanno commesso gravi errori tanto da finire in carcere. Mazzolari è maestro di umanità e cerca di leggere il cuore, non si ferma all’apparenza o al pregiudizio. Pur senza affermarla in modo esplicito, la prospettiva di don Primo è la stessa che sostiene la giustizia riparativa: bisogna dialogare più che condannare, dare opportunità più che chiudere porte, perché «chi non crede alla redimibilità di una creatura umana non è cristiano».

Ospiti d’eccezione saranno l’ex magistrato Gherardo Colombo, noto per aver condotto o contribuito a inchieste celebri quali la scoperta della Loggia P2, il delitto Giorgio Ambrosoli, Mani pulite, i processi Imi-Sir/Lodo Mondadori/Sme, e il cantautore Omar Pedrini, ex leader dei Timoria. A moderare l’incontro sarà la giornalista di CR1, Nicoletta Tosato. Interverranno anche i curatori del libro. L’evento è organizzato dalla Postulazione e dalla Fondazione Mazzolari di Bozzolo.

La riflessione di Mazzolari è in sintonia con il principio della fraternità di papa Francesco, che nella Bolla di indizione del Giubileo della speranza 2025, Spes non confundit, afferma:

«Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi».

 

Locandina




Dalle parole alle scelte: la pace del mondo nasce (anche) da noi

«La missione principale che vedo per noi in Terra Santa è dire agli altri, ai nostri fratelli musulmani e ebrei parole di riconciliazione, di vita, di pace, parole che ricostruiscono». Così si è espresso il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, durante la presentazione della nuova traduzione della Bibbia in arabo di fronte a Papa Francesco. Parole cariche di speranza e foriere di un invito, rivolto all’intera comunità cristiana: farsi operatori di pace in un mondo che, attualmente, di pace non sembra nutrirsi. E proprio questo tema – a pochi giorni dalla Giornata mondiale per la pace celebrata il 1° gennaio – è al centro della nuova puntata di Torrazzo con vista, il video podcast prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’ufficio comunicazioni della diocesi di Cremona.

Nella prima puntata del 2025 il biblista don Maurizio Compiani, docente e assistente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nelle sedi di Cremona e Piacenza, ricorda che «in Israele e in Palestina ci sono popolazioni che soffrono in maniere diverse, che vivono il conflitto da moltissimi anni, durante i quali hanno sperimentato momenti di tregua, ma mai di pace, faticando così ad avere un futuro su cui fare conto». Secondo il biblista cremonese, «il rischio in quelle terre, così come nel conflitto che coinvolge l’Europa, è quello che si creino delle tifoserie che si contrappongono senza entrare davvero in dialogo».

A fare eco al sacerdote è Michele Bellini, analista politico e autore del libro Salviamo l’Europa. Otto parole per riscrivere il futuro: «C’è una differenza fondamentale tra tregua e pace. Non è solo una questione di linguaggio, perché la parola è effettivamente lo specchio della democrazia: la prima, la tregua, si può imporre dall’esterno, mentre la seconda, se non viene dalla consapevolezza di una fraternità e dal desiderio di fare un cammino, è difficile da costruire. In questo momento servono Istituzioni capaci di superare l’aspetto di deterrenza militare, che al massimo può puntare a ottenere una situazione di tregua, per andare al cuore della questione politica, ossia il dialogo. Senza di esso, parlare di pace diventa impossibile».

Portando come esempio la propria esperienza personale di medico attivo con Cuamm-Medici con l’Africa, il dottor Alberto Rigolli sottoline come «la pace è una situazione interiore dell’uomo che si rispecchia sulla realtà sociale. Poi, nel concreto dell’assenza di pace, si vedono le ferite. Ho avuto modo di vivere in Africa per diversi anni, un continente enorme che ha vissuto numerosi conflitti, e questo si riflette inevitabilmente sulla popolazione. In quei contesti la speranza è che le leadership e le popolazioni maturino nella ricerca di una situazione di pace tra di loro. È un desiderio che le persone hanno, lo dico per esperienza personale, ma è difficile che si concretizzi quando manca il soddisfacimento dei bisogni primari, cibo e salute su tutti».

Con alle spalle la fotografia di tanta sofferenza portata dall’assenza di pace, la puntata si chiude con uno sguardo al futuro. Riprendendo le parole del cardinale Pizzaballa, don Compiani ribadisce che «per i cristiani, la speranza è il vivere nella fede l’oggi, per questo la Chiesa può essere portatrice di pace anche in contesti difficili e disastrati. Questa è la caratteristica dello sguardo cristiano sul mondo: la speranza poggia sulla fede, che apre al domani e che è capace di superare anche la barriera della morte».




Il 19 gennaio a Cremona “La Pace in Azione”

Domenica 19 gennaio a Cremona si potrà riflettere, celebrare e promuovere i valori di pace, dialogo e solidarietà. Una vera e propria Giornata della Pace che avrà come obiettivo sensibilizzare la comunità cremonese sull’importanza della pace, tanto a livello locale quanto globale. Aderiscono all’iniziativa diverse associazioni: l’Azione Cattolica di Cremona con l’ACR e i Giovanissimi, il CSI comitato di Cremona, i gruppi scout AGESCI Cremona 2 e Cremona 3, il gruppo scout CENGEI di Cremona, Pax Christi Cremona, Federazione Oratori Cremonesi, Libera Contro le mafie di Cremona.

L’evento, che è patrocinato dal Comune di Cremona, e si ispira alla Festa della Pace realizzata a Cremona il 28 gennaio 2024, avrà un programma ricco di iniziative e attività che coinvolgeranno tutta la cittadinanza. Nell’edizione 2025 si sottolineerà in particolare il tema della “Pace come responsabilità collettiva”, ispirato dalle attualità internazionali e dalle sfide contemporanee, come i conflitti armati, le disuguaglianze sociali e la crisi ambientale.

Si seguito il programma della Giornata:

  • Ore 15.00-15.30 accoglienza in piazza del Comune
  • Ore 15:30–16.30 in piazza del Comune iniziativa “La pace in gioco” con il CSI che promuove alcuni giochi per educare alla pace; in contemporanea per gli adolescenti sarà proposto un momento di riflessione e testimonianza a cura di Libera.
  • Ore 16.30-17.00 momento di preghiera in Cattedrale
  • Ore 17.00-17.30 merenda offerta a tutti i partecipanti presso il palazzo Vescovile

Durante tutto il pomeriggio in piazza ci saranno diversi stand di gioco e animazione per bambini e ragazzi fino ai 14 anni.

Per partecipare è necessario comunicare la propria presenza attraverso il seguente link indicando il numero di bambini e ragazzi e degli accompagnatori: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc6H5WL1MGCK3EDAhiNwggimP-r3dL2fmtU1i1YQLXs5XLNMA/viewform.

La Giornata della Pace del 2025 sarà anche l’occasione per rafforzare le collaborazioni con le diverse organizzazioni che operano nell’ambito della promozione dei diritti umani e della pace e il cui contributo garantirà la qualità e la profondità delle attività e degli incontri previsti.

«La Giornata della Pace del 19 gennaio – affermano gli organizzatori – può rappresentare per Cremona un’opportunità per mettere al centro del dibattito pubblico il valore della pace, intesa non solo come assenza di guerra, ma come uno stile di vita quotidiano, che si costruisce attraverso il rispetto dell’altro, la solidarietà e l’impegno civile. Lo slogan di questa giornata “La Pace in Azione” vuole essere un invito concreto a vivere la pace come impegno quotidiano e costante, senza pause o interruzioni. Si tratta di una “postura” essenziale, da coltivare attraverso piccoli gesti quotidiani, ma anche nelle scelte che riguardano i grandi eventi della nostra vita comunitaria e personale. Questo impegno vuole alimentare la riflessione continua sulla pace e stimolare l’azione concreta per costruirla. Con lo slogan “La Pace in Azione”, desideriamo sottolineare che la pace non è mai un traguardo acquisito, ma un percorso che richiede lo sforzo di ciascuno di noi». E  concludono: «Siamo dunque tutti chiamati a essere protagonisti nella costruzione della pace, ponendo attenzione al riconoscimento della dignità di ogni persona. Solo attraverso il perdono e uno sguardo nuovo, che sappia vedere l’altro per ciò che è e non per i suoi errori, potremo avvicinarci alla vera pace».

 

Locandina dell’iniziativa




La comunicazione nella coppia: aperte le iscrizioni al weekend per famiglie che dal 24 al 26 gennaio si terrà a Tonfano

Sono aperte le iscrizioni per il weekend delle famiglie che si terrà dal 24 al 26 gennaio a Tonfano e in cui si porrà attenzione a due fasi dell’esperienza di vita in famiglia: quella dei primi anni di matrimonio e quella delle coppie più “mature” con più anni di vita familiare. Nello specifico saranno, infatti, proposti in contemporanea due percorsi.

Il primo, dal titolo “Connessi per amarsi”, è rivolto alle coppie con meno di sette anni di matrimonio per riflettere su come crescere nell’arte del comunicare e sarà guidato dalla psicologa e psicoterapeuta Giuliana Alquati.

Il secondo percorso, dal titolo “Ascoltare… ascoltarsi”, vuole essere un’occasione per riflettere sull’importanza della comunicazione nella coppia “matura”, perché non si è mai finito di imparare a comunicare anche dopo tanti anni di vita matrimoniale. Condurrà la riflessione lo psicologo e psicoterapeuta Luca Proli.

«La contemporaneità dei due percorsi – sottolineano dalla Pastorale famigliare diocesana, che promuove l’incontro – sarà una bella occasione sia per approfondire alcuni momenti forti e per certi aspetti “critici” della vita famigliare sia per favorire occasioni di confronto e arricchimento reciproco tra generazioni ed esperienze diverse».

Il fine settimana vuole essere quindi un’opportunità di riflessione, amicizia, condivisione e preghiera per vivere l’amore nel quotidiano della vita familiare e un’occasione per avere cura della vita di coppia.

Grazie alla presenza di adulti e giovani sarà assicurata la possibilità ai figli di giocare e fare i compiti (e per i più piccoli di farsi coccolare) permettendo loro di fare nuove amicizie e ai genitori di avere un tempo disteso da dedicare alla coppia.

«L’auspicio – affermano dall’Ufficio famiglia – è che questa proposta sia un utile arricchimento per le nostre comunità, famiglie di famiglie, e sia di stimolo per proseguire con fiducia in quel cammino di fede e di amore familiare proposto anche da Papa Francesco in Amoris Laetitia».

Per informazioni e iscrizioni scrivere a famiglia@diocesidicremona.it.

 

Scarica la brochure informativa

Locandina delle proposte 2024/25

 

 

A Tonfano weekend di spiritualità delle famiglie con il Vescovo




Sinodo, il 16 gennaio nelle zone gli incontri pastorali unitari

Anche in Diocesi di Cremona entra nel vivo la terza e ultima fase del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia: quella “profetica”. Dunque quella più concreta e decisiva. Lo si farà, ancora una volta, chiedendo la partecipazione e il contributo di tutti: anzitutto delle comunità parrocchiali, attraverso i Consigli pastorali, e degli organismi della Curia, ma invitando a farsi protagonisti anche gruppi, associazioni, comunità religiose e singoli individui.

Un primo appuntamento è in programma nella serata di giovedì 16 gennaio, dalle ore 19 in contemporanea nelle cinque zone pastorali, ed è rivolto a tutti i sacerdoti (parroci, vicari e collaboratori parrocchiali) insieme alle Équipe zonali e alle Presidenze dei Consigli pastorali parrocchiali o unitari, con i laici che ricoprono i ruoli di vicepresidenti e segretari.

Gli incontri pastorali unitari del 16 gennaio si svolgeranno nelle seguenti località: la Zona 1 al centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio, la Zona 2 all’oratorio di Castelleone, la città di Cremona in Seminario, la Zona 4 all’oratorio di Cicognolo e l’area Casalasco-Mantovana all’oratorio di Casalmaggiore.

Per tutti l’appuntamento sarà alle ore 19: dopo la preghiera iniziale, un responsabile diocesano presenterà le prospettive che delineano le strade di rinnovamento delle Chiese in Italia a partire dalle “Strumento di lavoro” e le sezioni che lo compongono. Saranno poi presentate le tre schede (tra le 17 offerte complessivamente dallo strumento di lavoro) scelte in diocesi per l’approfondimento da parte dei Consigli pastorali, invitati a programmare un appuntamento di riflessione entro il 13 febbraio (quando è in programma l’Assemblea sinodale diocesana) scegliendo tra una di queste schede: la scheda 5, la scheda 7 e la scheda 12.

La serata del 16 gennaio, dopo il buffet, si concluderà con un momento di analisi delle tre schede e di confronto sul metodo per il loro utilizzo nei Consigli pastorali (termine previsto per le ore 22).

Un’ulteriore occasione sarà il momento di confronto tra il vescovo e i responsabili degli Uffici pastorali della Curia diocesana nel pomeriggio di lunedì 20 gennaio in Seminario: anche le Aree pastorali e i diversi Uffici di Curia, infatti, sono chiamati a contribuire alla riflessione individuando tra le diverse schede proposte quella maggiormente legata al proprio settore.

«Lo stesso contributo – precisa don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale – viene chiesto all’intera Chiesa cremonese al di là dell’appartenenza a specifici organismi di partecipazione. Nella lettera che il Vescovo ha rivolto alla comunità diocesana alla vigilia di Natale [leggi qui la lettera del vescovo] c’è l’invito chiaro alla partecipazione di tutti, perché ciascuno possa dare il proprio contributo. Lo potranno fare sia i gruppi che le associazioni, le comunità religiose e anche i singoli individui a titolo personale, sviluppando una riflessione a partire da una delle schede sinodali ritenuta di maggiore interesse e con attinenza alla propria esperienza».

Per favorire la riflessione sono stati proposti all’attenzione di tutti i “Linamenti” e lo “Strumento di lavoro” realizzati a livello nazionale.

Di tutti i contributi (da inviare entro l’inizio di febbraio a pastorale@diocesidicremona.it), dopo l’Assemblea sinodale diocesana del 13 febbraio sarà fatta una sintesi diocesana e che dovrà essere inviata a Roma in vista della seconda Assemblea sinodale nazionale (in agenda a marzo) e della successiva Assemblea dei vescovi italiani (a maggio).

«Il Signore che viene e ci precede sempre – ha scritto il vescovo Napolioni alla viglia di Natale rivolgendosi all’intera comunità diocesana in merito al cammino sinodale – sollecita anche così la nostra conversione missionaria, personale, comunitaria e strutturale. Nello stile della prossimità e della corresponsabilità. Queste sono le principali chiavi di lettura degli orientamenti che ci vengono proposti e che discuteremo e approfondiremo insieme».




CSI, Fabio Pedroni nuovo presidente provinciale di Cremona

Si è svolta nel pomeriggio di sabato 11 gennaio, nella sala Spinelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, l’assemblea elettiva del Comitato territoriale CSI di Cremona, alla presenza di un discreto numero di società sportive.

In apertura, dopo il saluto del presidente uscente Claudio Ardigò (in foto a destra), la parola è passata all’assistente ecclesiastico territoriale don Francesco Fontana per una riflessione e per la lettura del messaggio del vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a partecipare per altri impegni pastorali.

Sono poi intervenuti, per un saluto istituzionale, l’assessore allo Sport del Comune Luca Zanacchi, il presidente del Panathlon Cremona Giovanni Bozzetti, il presidente del Comitato regionale CSI Lombardia Paolo Fasani.

A seguire, il presidente uscente, coadiuvato dal coordinatore generale Daniele Zanoni e dalla coordinatrice dell’area Tecnica Anna Manara, ha presentato la relazione del quadriennio 2020-2024, evidenziando i vari aspetti e le iniziative che hanno caratterizzato questo mandato, in cui si è dovuta fronteggiare l’emergenza Covid con tutte le sue problematiche e le implicazioni successive, e ringraziando tutte le persone che hanno contribuito, a vari livelli, alla realizzazione del programma, non mancando di sottolineare il grande impegno e sforzo che dovrà essere messo in campo per affrontare le sfide sportive, economiche e politiche del prossimo quadriennio.

Prima di passare alle votazioni un breve momento è stato dedicato alle premiazioni: sono state consegnate le medaglie ai campioni provinciali di Corsa campestre 2024 delle varie categorie ed è stato consegnato il Discobolo d’oro al merito CSI, un riconoscimento associativo che testimonia l’appartenenza e l’impegno attivo nell’associazione di almeno 30 anni, alla responsabile della comunicazione e della segreteria Nunzia Miglio.

Si è passati poi alla presentazione del programma del quadriennio 2024-2028 da parte del candidato presidente Fabio Pedroni e successivamente alla presentazione dei candidati al ruolo di presidente, di consigliere, di revisore dei conti e di componente della Commissione territoriale giudicante.

Nella pausa per il coffee break, si sono svolte le operazioni di voto, ed immediatamente dopo è avvenuto lo spoglio delle schede. Al rientro in sala è avvenuta la proclamazione degli eletti e la presentazione dei nuovi organi del Comitato territoriale CSI di Cremona per il quadriennio 2025-2028:

PRESIDENTE DI COMITATO:

  • Pedroni Fabio

CONSIGLIO DI COMITATO:

  • Barbieri Marco
  • Bertoli Paolo
  • Corelli Antonietta
  • Figoli Antonio
  • Parmigiani Laura
  • Marzaroli Massimiliano
  • Tinelli Paolo
  • Tomaselli Sara

REVISORE DEI CONTI DI COMITATO:

  • Cabrini Giorgio (effettivo)
  • Fontana Paolo (supplente)

COMMISSIONE TERRITORIALE GIUDICANTE:

  • Andrusiani Giorgio
  • Pederneschi Luisa
  • Premoli Antonio
  • Rigonelli Augusto



“Il Vivente, i poveri, la pace”: presentato il nuovo libro di don Agnelli sul pensiero di Mazzolari

In occasione del 135° anniversario della nascita di don Primo Mazzolari, si è tenuta la presentazione del libro “Il Vivente, i poveri, la pace” scritto da don Antonio Agnelli e pubblicato da Edizioni San Paolo.

Il pensiero della figura carismatica e profetica del parroco di Bozzolo che continua a ispirare la comunità cattolica e non solo, viene presentato in chiave cristologica da don Agnelli, che tra le pagine di questo libro riesce a tracciare un percorso chiaro nel vasto corpus dei testi mazzolariani.

La presentazione, a cui hanno partecipato anche il consigliere comunale Daniele Bonali in rappresentanza del sindaco di Cremona e don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Mazzolari, è stata introdotta da Paolo Piccioni, ed è stata occasione per un confronto tra l’autore e i presenti per approfondire i temi trattati nel libro evidenziando la profezia e la modernità del pensiero di don Primo: «Cambiano i tempi, ma la forma della violenza, delle guerre e dell’odio rimane attuale – ha spiegato don Agnelli – ciò che don Primo ha detto è ancora pienamente attuale: questo grido di pace e l’appello alla giustizia e a una trasformazione delle coscienze e delle relazioni ha sempre bisogno di essere rinnovato e ritrovato dentro il cambiamento della Storia».

 

Nei suoi testi Mazzolari ricorda che “i poveri hanno fretta” e l’autore del libro ha voluto rilanciare: «Siamo qui per dire che dobbiamo resistere, dobbiamo fare capire che non tutto è perduto, non dobbiamo demoralizzarci anche se portiamo il peso della croce». Il pensiero mazzolariano sulla Pace e sulla giustizia sociale, infatti, è fonte di ispirazione anche per il mondo laico e invita i cristiani ad agire con una sana “imprudenza”.

L’evento è stato promosso da Pax Christi Cremona e dalla Comunità Laudato Si’ di Cremona, con l’adesione di Azione Cattolica, della Comunità Laudato Si’ Oglio Po e della Tavola della Pace di Cremona e Oglio Po nel contesto dell’anniversario della nascita di don Primo al Boschetto, dove, nella giornata di domenica 12 gennaio, alle ore 16 si svolgerà l’ormai tradizionale visita alla cascina San Colombano, casa natale del parroco di Bozzolo, nel segno di una memoria che continua a vivere e a ispirare speranza.