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È online “Segni”, l’ultima edizione di Riflessi Magazine

È online la nuova edizione di Riflessi Magazine che con «Segni» chiude la stagione 2024/25 dando appuntamento ai suoi lettori al prossimo settembre.

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«Serve attenzione per cogliere i segni. Che poi non basta: perché un segno “indica”, è sempre qualcos’altro, qualcosa di più. Un senso».

Il numero 51 del mensile diocesano, che ha da poco festeggiato i suoi primi 5 anni di pubblicazioni,  è un’edizione ricca di storie e di immagini, con approfondimenti che vanno dall’arte di strada al restauro delle antichità, dalla magica fantasia dei bambini all’elogio della ruga, dall’innovazione alla tradizione liutaria, come sempre con un ricco apparato di immagini e di contenuti multimediali che accompagnano i naviganti in un percorso che è insieme scoperta e riflessione: «Tutta la vita è “segnata”», si legge nell’introduzione al numero; «Ogni giorno lascia traccia: a volte come orma sulla sabbia che un’onda silenziosa si porta via, a volte profonde come un’incisione o silenziose come una ruga che solca il viso, un sorriso o una lacrima dopo l’altra».




Don Giuseppe Manzoni è il nuovo cappellano del Monastero domenicano di S. Sigismondo

È don Giuseppe Manzoni il nuovo cappellano della comunità claustrale del Monastero domenicano di S. Giuseppe in San Sigismondo, a Cremona. L’annuncio ufficiale è stato dato al termine della celebrazione di domenica 30 giugno a San Sigismondo.

Don Manzoni, che succede a don Daniele Piazzi (recentemente nominato collaboratore parrocchiale a Sant’Abbondio), inizierà il nuovo incarico già dal 1° luglio assumendo nel contempo anche il ruolo di rettore dell’ex chiesa parrocchiale di San Sigismondo, ora annessa al Monastero.

La nomina da parte del Vescovo arriva dopo l’assenso della priora della comunità domenicana di Cremona e considerata anche l’esperienza maturata da don Manzoni presso l’abbazia benedettina Della Novalesa.

Come previsto dalla consuetudine dell’Ordine domenicano, l’incarico di cappellano, della durata di tre anni (e non rinnovabile per un terzo triennio), prevede l’impegno a celebrare le funzioni liturgiche della comunità claustrale senza interferire nel governo interno del Monastero, al di fuori del quale è prevista l’abitazione del cappellano.

Classe 1958, originario di Caravaggio, don Giuseppe Manzoni è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1985, iniziando il proprio ministero pastorale come vicario parrocchiale a Fornovo San Giovanni. Nel 1996 il trasferimento a Roma per perfezionare gli studi, conseguendo la licenza in Teologia pastorale. Rientrato in diocesi, dal 1999 al 2003 è stato vicerettore ed economo del Seminario vescovile di Cremona e dal 2005 al 2007 vicecancelliere della Curia e notaio del Tribunale. Insegnante in Seminario sino al 2014, ha ricoperto anche gli incarichi di assistente ecclesiastico Fuci (2002-2005), assistente ecclesiastico Meic (2003-2005), assistente diocesano Giovani di Azione cattolica (1999-2007). Successivamente è stato parroco di Gadesco, Pieve Delmona e San Marino (2007-2013), Drizzona, Piadena e Vho (2013-2019) e Casalbellotto, Fossa Caprara, Quattrocase e Vicomoscano (2019-2022). Nel 2022 ha iniziato una esperienza monastica a Dumenza, proseguita poi presso l’abbazia benedettina Della Novalesa.




Una festa di preghiera con il vescovo emerito, 60 anni di un ministero «straordinariamente segnato dalla grazia del Signore»

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Sessant’anni di servizio, fatti di carità e solidarietà, di «attenzione» alla Chiesa, al Vangelo e alla famiglia. Sessant’anni da sacerdote per il vescovo emerito Dante Lafranconi, celebrati venerdì 28 giugno, anniversario della sua ordinazione presbiterale nell’abbraccio della sua Cremona.

Presieduta dallo stesso vescovo emerito, la Messa in Cattedrale è stata concelebrata da numerosi vescovi, tra cui il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, il vescovo di Como, cardinal Oscar Cantoni, e i vescovi Daniele Gianotti (Crema), Maurizio Malvestiti (Lodi), Mario Busca (Mantova), Maurizio Gervasoni (Vigevano), Giuseppe Vegezzi e Luca Raimondi (ausiliari di Milano), alla presenza anche dei vescovi cremonesi Enrico Trevisi (Trieste) ed Eliseo Ariotti (già nunzio apostolico in Paraguay).

«Siamo davvero nell’esultanza fraterna, semplice, perché a me capita che ogni volta che ti vedo sono felice – ha detto il vescovo Napolioni nel suo saluto al vescovo emerito Lafranconi, che ha accolto con un sorriso grato le sue parole – e oggi più che mai, vedendoti in cattedra, nella nostra Cattedrale, con questa assemblea, segno di tutta la Diocesi e di tanta vita sacerdotale che hai speso a servizio delle Chiese di Como, di Savona, di Cremona e tante altre». «Penso, in 60 anni di sacerdozio, a quanta di questa gioia hai seminato – ha aggiunto il vescovo di Cremona –, regalando il Vangelo agli studenti, ai seminaristi, ai sacerdoti, alle famiglie e ai poveri, condividendolo con loro e con noi, indicandoci la strada del Signore, cosa che fai ancora tutti i giorni, da vero prete, e te ne siamo infinitamente grati». Ha quindi concluso: «Grazie don Dante, e il Signore ti doni di essere ancora a lungo questa luce per noi e per tutti».

Tra l’assemblea, popolata, tra gli altri, da parenti, amici e numerosi sacerdoti diocesani, anche le autorità del territorio, tra cui il nuovo sindaco di Cremona, Andrea Virgilio.

«Una volta, parlando con un diacono che sarebbe stato ordinato prete di lì a pochi giorni, lui mi disse: “Ma lei, che è prete da tanti anni, cosa mi può dire per iniziare il mio ministero, per vivere il mio ministero?” – ha raccontato il vescovo emerito nell’omelia –. Mi è venuto di dire questo: “Guarda, il prete è un discepolo di Gesù, come tutti i battezzati, cioè uno che ha trovato nel Signore, nella sua Parola e nei suoi esempi, la strada giusta per vivere la sua vita. È un discepolo a cui Gesù ha affidato l’incarico di prendersi cura di tutti i suoi fratelli, degli altri discepoli”». Un uomo che vive a stretto contatto con la comunità, che condivide le fatiche della comunità, ma che, allo stesso tempo, «sente in sé questa fiducia grande che il Signore gli ha accordato».

Un mandato «straordinariamente segnato dalla grazia del Signore» e contraddistinto da questo essere discepolo, quindi seguace e perseverante. «La prima grazia che domando è quella di essere un discepolo fedele – ha aggiunto – che non significa essere perfetti, perché nessuno lo è, ma è necessario continuare a riporre la fiducia in Lui, che ha sempre fiducia in noi».

Una vita da testimone della grazia di Dio, vista operare nel cuore di tanti fratelli. «Quante volte, quando mi sembrava di non sapere che cosa dire, che cosa consigliare, che cosa proporre di fronte a situazioni disperate – ha raccontato mons. Lafranconi – il fatto di accomunarmi con chi soffre, nella preghiera, mi faceva toccare con mano come Dio sa arrivare al cuore, anche di chi apparentemente sembrerebbe distratto e lontano».

«Non posso far altro che rendere grazie al Signore per questi 60 anni – ha concluso – non solo perché mi ha dato la possibilità di conoscere e approfondire la Sua Parola, non solo perché mi ha dato la grazia di credere in Lui, ma anche perché mi ha dato la grazia di toccare con mano il Suo corpo dentro questa storia, che è la Chiesa».

Al termine della celebrazione, la comunità cremonese ha idealmente consegnato un regalo al vescovo Lafranconi, una somma di denaro che il vescovo emerito ha scelto di devolvere in favore dei cristiani in Terra Santa.

Un ulteriore gesto di servizio umile e generoso accolto dall’abbraccio dei fratelli vescovi della Lombardia, dell’assemblea e di tutta la comunità della Chiesa cremonese, grata per il ministero del suo vescovo emerito.

 

IL VIDEO DELLA CELEBRAZIONE




Nel mondo come discepoli: il mandato ai giovani in partenza per esperienze estive di missione in Brasile e Camerun

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«Abbiamo iniziato questa veglia con una processione dei partenti, perché la missione è questo: mettersi in cammino perché mandati da Dio Padre»

Così il Vescovo Antonio Napolioni ha introdotto la celebrazione della veglia missionaria di giovedì 27 giugno presso la chiesa della Casa Madre delle suore adoratrici di Rivolta. Il momento di preghiera è stato organizzato in occasione della consegna del mandato ai tre gruppi di giovani in partenza per le esperienze estive di volontariato: un gruppo raggiungerà la comunità delle Adoratrici in Camerun, dove organizzeranno momenti di gioco e diverse attività laboratoriali per i bambini del posto, e due gruppi andranno a Salvador de Bahia, dove la Diocesi ha inviato quattro anni fa don Davide Ferretti come sacerdote fidei donum nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado. I giovani diretti in Brasile si metteranno al servizio delle realtà lì presenti, come la scuola dell’infanzia e il centro educativo e delle varie attività della parrocchia.

Dopo la processione e il canto iniziale, la celebrazione è proseguita con la lettura di uno stralcio del messaggio di papa Francesco per la 97^ Giornata Missionaria Mondiale del 2023: «Oggi, come allora, il Signore risorto è vicino ai suoi discepoli missionari e cammina accanto a loro, specialmente quando si sentono smarriti […]. Perciò non lasciamoci rubare la speranza!».

La liturgia della parola con la lettura del brano dei discepoli di Emmaus e il canto di invocazione allo Spirito Santo hanno introdotto la riflessione di Napolioni: «Quello che vi dirò ora serve per quando tornerete, perché questo Vangelo che abbiamo letto è il Vangelo del ritorno». Il Vescovo ha rivolto ai partenti un augurio particolare: «Vi auguro di tornare a casa delusi, come lo erano i discepoli di Emmaus. Delusi rispetto alle prospettive miracolistiche, eroiche e romantiche che avete ora», perché, continua a spiegare Napolioni, l’esperienza missionaria, seppur di poche settimane, causerà smarrimento al ritorno: «Vedrete tante sofferenze che vi addoloreranno, ma dopo l’evento drammatico del fallimento della croce, i discepoli di Emmaus assistettero anche all’evento luminoso e impensato della risurrezione. Per questo dovrete avere occhi che si lasciano trafiggere il cuore da ciò che si nasconde dietro il limite». Proseguendo, il Vescovo ha offerto ai giovani un altro augurio, quello di essere affiancati, una volta tornati, da sconosciuti che possano aiutarli a fare memoria del fatto che Cristo è risorto e vivente in ogni luogo e in ogni tempo: «Grazie a quello che vivrete in Africa e in Brasile, il Vangelo avrà preso più carne e vi farà innamorare di più».

E in conclusione: «Il vertice delle vostre giornate sarà la Messa, dove incontrerete il Signore che ci precede ovunque. Lì ci riconosciamo un’unica Chiesa. I diversi linguaggi religiosi che vedrete sono timidi riflessi della Vera Luce del mondo che ci chiama ad essere luce nel mondo e discepoli-missionari».

La veglia è proseguita con il rinnovo delle promesse battesimali e la consegna ad ognuno dei ragazzi partenti di un piccolo crocefisso da tenere al collo. La benedizione finale è stata preceduta dalla recita della Preghiera del Pellegrino di don Tonino Bello. Le suore adoratrici, in conclusione, hanno consegnato un sacchetto di arachidi e dei braccialetti provenienti dal Camerun, per ricordare ai giovani che in missione c’è chi li attende e li accoglierà.




A Chiesa di casa la stagione si chiude parlando di immagine

 

«Dillo con un’immagine»: un invito particolare, una sfida per chi lavora nel mondo della comunicazione, o per chi, semplicemente, è appassionato di arte, fotografia, cinema e tenta di vivere questa dimensione durante le vacanze estive. «Dillo con un’immagine» è anche il titolo dell’ultima puntata di Chiesa di casa”, il talk settimanale di approfondimento della diocesi di Cremona.

«Oggi ci vuole poco per incontrare immagini e video – ha raccontato Filippo Mondini, fondatore di Pro Cremona – tante volte basta uno scroll sul cellulare. Per questo, quando si vuole raccontare attraverso uno schermo o uno scatto servono particolare cura e attenzione, oltre a un buon tempismo, per non rischiare che se ne perda il valore».

Secondo Susanna Fiorentini, storica dell’arte e guida turistica, «l’immagine è uno dei modi attraverso cui noi esperiamo la realtà. Non solo la concretezza, ma anche tutta la sfera dell’emotività e del sentimento. Per questo costruiamo dei codici, attraverso ciò che vediamo, per capire il mondo e la nostra interiorità. Per questo motivo chi fa arte non solo rappresenta ciò che lo circonda, ma anche il modo in cui egli percepisce la realtà».

Dietro l’immagine, dunque, si cela un mondo straordinario, che forse, in tante occasioni, viene sottovalutato. Si nascondono anche tante storie. E su questo si concentra il lavoro, e la passione, di chi si occupa di comunicazione.

«Il valore di una storia – ha concluso Filippo Gilardi, coordinatore di Riflessi Magazine – nasce negli occhi di chi la incontra e ha valore nel momento in cui parla alla sua vita. Questa è la sfida che deve affrontare ogni bravo fotografo e giornalista. Parlare di società dell’immagine, allora, può assumere un significato molto meno superficiale di ciò che si pensi: significa pensare a ciò che sta dietro l’immagine, alla persona che ne è protagonista e a quella che ne usufruisce, senza dimenticare i canali comunicativi che vengono utilizzati. C’è una bella profondità, e una grande umanità, dietro questo processo».

La terza stagione di Chiesa di casa si conclude allora con un augurio, rivolto a coloro che cercano un modo per condividere le proprie storie, anche e soprattutto quelle estive: dillo con un’immagine.




Settimana sociale dei cattolici in Italia, a Trieste anche una folta delegazione cremonese

La 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia sul tema della partecipazione, con il titolo “Al cuore della democrazia”, è ormai alle porte. L’evento si svolgerà dal mercoledì 3 a domenica 7 luglio a Trieste, dicesi guidata dal vescovo cremonese Enrico Trevisi, concludendosi alla presenza di Papa Francesco.

Anche la Diocesi di Cremona sarà presente all’evento con una delegazione guidata dal vescovo Antonio Napolioni insieme all’incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, Eugenio Bignardi, Beatrice Carli, operatrice pastorale di Stagno Lombardo, e Francesco Fumagalli, giovane della parrocchia di Brignano Gera d’Adda. Saranno a Trieste con la delegazione cremonese anche i rappresentanti delle buone pratiche che saranno presentate durante la Settimana sociale: a rappresentare”Palestra di democrazia”, il progetto delle Comunità energetiche rinnovabili, ci sarà Luigi Lazzarini, membro del gruppo di coordinamento Cer diocesano, mentre Davide Mambriani presenterà il progetto del Master in Comunità energetiche rinnovabili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Una settimana, quella di Trieste, alla quale la Diocesi di Cremona si è preparata con diversi appuntamenti. «Ci sono stati momenti a essa dedicati, come l’incontro di gennaio per i politici – ricorda Eugenio Bignardi – e poi, ai primi d’aprile, l’evento a Caravaggio dedicato ai delegati regionali; e ancora la presentazione, a maggio, con il professor Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato scientifico delle Settimane sociali. Infine, lo scorso 15 giugno, ha avuto un incontro di approfondimento del tema del lavoro come occasione di partecipazione». Numerose proposte diocesane, alle quali si sono aggiunte le iniziative per gruppi e realtà parrocchiali.

Tutto pronto per la prossima Settimana sociale, consapevoli, però, che ci sarà da vivere un “dopo Trieste”. «La Settimana sociale non si chiude a Trieste – sottolinea Bignardi –, ma viene chiesto che i temi continuino a essere all’attenzione delle realtà locali, a livello parrocchiale, zonale e diocesano, per tutto il prossimo anno». E conclude: «Nel documento preparatorio sono già previste queste tappe e si è parlato di questi temi, che diventeranno occasione di confronto e approfondimento futuro».




Due anni fa l’uccisione di suor Luisa Dell’Orto, martire nell’amore

Il 27 giugno suor Luisa dell’Orto avrebbe compiuto 67 anni. Un giorno speciale non solo per lei ma anche per Haiti, la sua seconda casa, che nello stesso giorno è in festa per la sua Patrona, Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. È un filo doppio che lega questa terra, sconvolta dalla violenza delle bande criminali, e la piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld che lì ha trovato la morte il 25 giugno 2022. Una morte che ha sconvolto tutti soprattutto i bambini di Kay Chal, Casa Carlo, che lei ha cresciuto nell’amore per il Signore e che oggi, faticosamente, portano avanti la sua opera.

Sorella del barnabita padre Giuseppe Dell’Orto, molto conosciuto a Cremona, soprattutto da chi frequenta la comunità di San Luca, suor Luisa è cresciuta nella parrocchia di Lomagna dove è è stata celebrata una Messa in suffragio. Il rito è stato presieduto da monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le Cause dei Santi della diocesi di Milano.

«Non sappiamo – le sue parole, riportate da VaticanNews – se suor Luisa è una martire della fede, ma sicuramente è una martire della cura e dell’amare come ci ha insegnato Gesù». «Suor Luisa sentiva il dovere di rimanere e di farsi carico di quei fratelli e di quelle sorelle. In ogni bambino trovava il volto dell’amore. In loro vedeva l’amore totale che il Signore ci ha donato. Una donna che ha saputo amare provoca e interroga. Non è morta per caso: ci provoca – ha aggiunto monsignor Apeciti – nell’essere capaci di essere testimoni di ciò che abbiamo visto e sentito. Lui è il segreto di questa sorella».

Proprio a suor Luisa dell’Orto VaticanMedia ha dedicato un suggestivo video ricordo pubblicato lo scorso 24 marzo nell’ambito della Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri.

Papa Francesco, all’Angelus del 27 giugno 2022, esprimendo la sua vicinanza ai familiari di suor Luisa, aveva parlato di una vita, «un dono per gli altri fino al martirio». Il 20 dicembre 2023, a Roma, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, il Santuario dei Nuovi martiri del XX e XXI secolo, sono state poste le reliquie di suor Luisa Dell’Orto, venute da Haiti: una campanella con la quale richiamava i piccoli del centro; la sua Bibbia e gli appunti di filosofia perché lei era stata anche una luce importante per i futuri sacerdoti.



Grest 2024, Sospiro trionfa nel torneo di calcio degli animatori della zona 4

Non sono solo bambine e bambini i protagonisti dei Grest: un ruolo rilevante viene svolto infatti anche dagli animatori, che dedicano il loro tempo e il loro impegno per la buona riuscita delle proposte estive in oratorio. Tra le iniziative a loro dedicate, quella della zona pastorale 4, nella quale, nelle date di martedì 18 e martedì 25 giugno, si sono giocate le partite del torneo di calcio per gli animatori.

Quattro squadre – Malagnino, Sospiro, Vecovato 1 e Vescovato 2 – si sono affrontate nelle due serate, in un quadrangolare che ha delineato la classifica finale. A trionfare è stato l’oratorio di Sospiro

Il torneo, diventato ormai un appuntamento tradizionale durante le settimane di Grest, è stato organizzato e gestito dal CSI di Cremona, in collaborazione con la Federazione oratori cremonesi.

 

Il tabellone del torneo

Martedì 18 giugno

Vescovato 1 – Malagnino 2-7
Malagnino – Vescovato 2 2-4
Malagnino – Sospiro 1-3

Martedì 25 giugno

Sospiro – Vescovato 1 9-1
Vescovato 1 – Vescovato 2 1-20
Sospiro – Vescovato 2 6-4 (d.c.r.)

 

Classifica finale

Sospiro – 9 punti
Vescovato 2 – 7 punti
Malagnino – 5 punti
Vescovato 1 – 3 punti




Corresponsabili nel cammino della Chiesa

«Prospettive di nuove corresponsabilità di fronte ad accoglienza, spiritualità, solidarietà»: questo il titolo della tavola rotonda cui nella mattinata di mercoledì 26 giugno all’Istituto Ambrosiano di Seveso ha preso parte il vescovo Antonio Napolioni a conclusione della 73ª Settimana di aggiornamento pastorale organizzata dal Centro di orientamento pastorale.

Un tema attorno al quale, insieme al vescovo di Cremona, hanno riflettuto don Enrico D’Abbicco e Eleonora Palmentura, rispettivamente vicario generale e membro del Consiglio pastorale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto.

Che cos’è questa corresponsabilità? «È la capacità – ha spiegato Napolioni – di rispondere insieme a Dio, alla chiamata, alla realtà. Qualcosa che viene dal profondo del nostro essere cristiani».

Una corresponsabilità che si legge nella storia episcopale di monsignor Napolioni, vescovo da otto anni, catapultato dalle Marche alla Bassa Padana. «Non potevo contare sulla conoscenza della realtà – ha raccontato –, quindi sono stato costretto alla corresponsabilità, e l’ho fatto volentieri». Una corresponsabilità che si evince anche nella preziosa collaborazione con il vescovo emerito Dante Lafranconi.

«Nelle comunità occorre parlarsi, è necessario prendersi il tempo per ascoltare le opinioni e le sensibilità». Da queste parole del vescovo l’illustrazione delle Aree pastorali in cui la Diocesi di Cremona è divisa: “Comunità educante, famiglia di famiglie”, “In ascolto dei giovani”, “Nel mondo con lo stile del servizio” e “Capaci di comunicazione e cultura”. «Quattro elementi dello stesso discorso, l’identikit della comunità cristiana in missione oggi – ha sottolineato –. Una corresponsabilità nella conoscenza della realtà e nel discernimento». Un pensiero allora va anche alla visita pastorale, spalmata su più anni, programmata per conoscere tutti i membri della famiglia diocesana, «non per fare festa al vescovo».

Due altre componenti di questa corresponsabilità che caratterizza la Chiesa cremonese sono il Santuario di Caravaggio e il Seminario vescovile. «Stiamo cercando di fare laboratori di corresponsabilità, non solo per i sacerdoti – ha evidenziato Napolioni –, ma affiancandoli con religiosi e famiglie che scelgono di vivere temporaneamente al Santuario, dando una testimonianza di Chiesa il più possibile intervocazionale». «E altrettanto vale per il Seminario – ha aggiunto il vescovo –: stiamo pensando non solo a resistere, ma a rinnovare, tentando di superare il modello monastico clericale, integrandolo con la partecipazione nella vita nelle comunità, con gli incontri con le famiglie».

«Il banco di prova più consistente è però quello delle unità pastorali», ha concluso. Comunità costruite, secondo le esigenze, sulla corresponsabilità tra sacerdoti e laici, che diventano così con-discepoli.

Don Enrico D’Abbicco ed Eleonora Palmentura hanno raccontato l’esperienza del cammino sinodale nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, caratterizzato dagli incontri nelle carceri, nelle comunità, nei centri d’ascolto. Ma soprattutto dalle consultazioni sinodali per strada. «Perché Gesù è il primo ad aver vissuto questo stile – ha sottolineato il vicario generale –, perché la prima comunità si è formata per strada, perché il cristianesimo è nato come movimento di strada». Con il ruolo di “Portatori di Parola”, come raccontato da Palmentura, in un «laboratorio che fa della strada, della piazza, dei mercati, uno spazio animato, luogo di vita, di relazione, e anche di fede».

 

 

A Seveso la 73ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale




Casalmaggiore, tornata in sicurezza e a splendere la lanterna della cupola del Duomo. Ma i lavori continuano

 

Dopo le provvidenziali e non più rimandabili cure, la cupola del Duomo di Casalmaggiore è tornata in salute, in sicurezza e alla sua originaria immagine. Il grande “cerotto” esterno del cantiere ad alta quota, che in questi mesi ha lavorato sulla ristrutturazione e restauro della lanterna, è stato rimosso. E all’interno è possibile ammirare il risultato dei lavori del primo lotto dei tre interventi strutturali previsti, finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) attingendo dall’8xmille alla Chiesa Cattolica, coprendo il 70 % del costo complessivo dell’intero progetto di messa in sicurezza, per un totale di circa 1.500.000 euro.

Un lavoro immenso incominciato l’estate scorsa per salvaguardare la cupola, simbolo dell’intera città, e la parte superiore gravemente compromessa dal terremoto del 2012.

«È una visione veramente grande con cui daremo stabilità al Duomo e al suo futuro – afferma il parroco don Claudio Rubagotti – e tutto ciò è stato reso possibile grazie all’attenzione concreta che la Diocesi di Cremona ha avuto nei confronti della città di Casalmaggiore e della nostra chiesa».

 

Foto parrocchiecasalmaggiore.it

 

La rimozione delle impalcature rappresenta la fine della prima parte dell’intero intervento, «quello più impegnativo e invasivo anche per la fruibilità del Duomo stesso» spiega il geometra Stefano Busi, progettista della ristrutturazione, risanamento conservativo e messa in sicurezza dell’edificio sacro con l’architetto Elisa Mezzadri e in collaborazione con l’Ingegnere Lorenzo Giuriani.

Il miglioramento sismico della parte superiore del Duomo – per un importo pari a circa 450.000 euro –, è stato realizzato con la sistemazione degli infissi e dei serramenti dei finestroni della lanterna; lavoro svolto dal personale dell’Impresa PCP Costruzioni.

Approfittando del ponteggio installato, anche le parti pittoriche e scultoree sono state restaurate, grazie a Danielle Simon e Fiorenza Ferrari dello Studio Blu Restauri; durante la ripulitura dalla polvere esse hanno ritrovato anche la data della conclusione del lavoro pittorico (1860).

 

La situazione della cupla prima dei restauri

 

«L’intervento sovvenzionato dall’8xmille ha avuto il merito di recuperare le cromie originarie del tamburo, delle colonne e dei capitelli», spiega il professor Marco Orlandi. «In questo modo è possibile ora vedere l’antica immagine della Chiesa, nelle sue forme tardo neoclassiche, così come era stata concepita dall’architetto Fermo Zuccari negli anni Trenta dell’Ottocento».

Molto però resta ancora da fare. Ci sono infatti da ultimare il tamburo della cupola e il sottotetto e il restante manto di copertura del Duomo. Per questo la parrocchia, ogni terza domenica del mese, promuove una raccolta fondi per coprire il restante 30% delle spese da sostenere per gli altri due lotti di lavori, di cui la progettazione del terzo è in fase conclusiva.

 

Guarda il video della situazione del sottotetto del Duomo

 

«Da inizio cantiere sono stati raccolti circa 100mila euro, perciò ringrazio la generosità dei parrocchiani e dei privati come aziende e associazioni», afferma don Rubagotti, rilanciando ancora l’appello alla collettività casalasca in quanto, come egli ha scritto in una lettera alla città, «ci sta a cuore il patrimonio religioso e culturale ricevuto dai nostri padri, da trasmettere alle nuove generazioni».

Chi volesse offrire un proprio contributo può farlo con un bonifico sul conto della parrocchia Chiesa Abbaziale di Santo Stefano protomartire – Casalmaggiore (IBAN: IT96K 0306 9096 0610 0000 127955). Per eventuale detrazione fiscale è possibile contattare il parroco via mail scrivendo a rubagottidonclaudio@gmail.com o telefono al 345-2152338.